«Siamo partiti da Gorizia con quattro pulmini carichi di vestiti, medicine, giochi per bambini, cibo a lunga conservazione e altri beni di prima necessità», racconta Matteo. «Il viaggio, di circa due giorni, è stato lungo attraverso Slovenia, Ungheria e Ucraina, fino a a Odessa dove ad attenderci c’era un parroco vincenziano, padre Novak Vitalij che ha coordinato gli spostamenti e ci ha detto dove destinare il carico». Volta racconta del viaggio in un piccolo paese vicino a Mykolaiv e di quello che hanno visto. «Bisogna immaginare un paesino, come potrebbe essere uno dei nostri comuni, completamente raso al suolo dai russi perché avevano bisogno di un punto collinare da cui bombardare Odessa. Le poche case rimaste in piedi hanno ancora fori di proiettili di kalashnikov».
Volta racconta di essere rimasto colpito anche da ragazzi molto giovani con fucili in mano costretti già a combattere in guerra. Anche a Odessa i ragazzi hanno vissuto momenti che non dimenticheranno presto. «Dalle 22.30 i russi iniziano a bombardare a 1,5 km di distanza circa da dove eravamo noi – prosegue Matteo – ammetto di essermi davvero spaventato». Il prossimo viaggio, a cui prenderà parte molto probabilmente anche il moncalvese Volta, sarà dal 27 dicembre al 4 gennaio prossimi.