Cerca
Close this search box.
Moncalvo: piano regolatore, via libera alla variante
Attualità

Moncalvo: piano regolatore, via libera alla variante

Oltre due mandati elettorali e tre sindaci per portare a compimento il lungo iter della variante generale al piano regolatore comunale. Una procedura che ha visto il suo completamento con l'ultimo

Oltre due mandati elettorali e tre sindaci per portare a compimento il lungo iter della variante generale al piano regolatore comunale. Una procedura che ha visto il suo completamento con l'ultimo passaggio all'esame del consiglio, in occasione dell'ultima seduta. Importante documento urbanistico che ha visto il voto favorevole della maggioranza, mentre dai cinque banchi della minoranza sono stati espressi quattro voti contrari ed un'astensione.
Ultimo atto di una pratica che aveva preso il via nel 2001, allora primo cittadino già Aldo Fara a cui successe Roberto Mombellardo con Fara suo vice, quando il progetto preliminare di variante riordinava la complessa materia urbanistica inclusa nel piano regolatore datato 1985.

«Abbiamo impiegato oltre un decennio a chiudere questa pratica – precisa l'attuale primo cittadino – perché appena recepita una correzione legislativa da parte della Regione subito ne interveniva un'altra, obbligandoci di fatto a fermarci ed a rimodulare il progetto iniziale. Ora – prosegue Fara, prossimo alla scadenza del proprio mandato – tenuto conto degli obblighi al tempo non previsti come la valutazione strategica di impatto ambientale, la valutazione geologica e le norme sul commercio si potrà lavorare in tranquillità». Nell'ultima riunione il consiglio comunale sono state respinte la gran parte delle osservazioni alla variante che erano state presentate nell'ultimo anno dai cittadini moncalvesi, in quanto «viziate da interessi privati».

Sono state invece accolte quelle avanzata dalla Provincia, dall'Arpa Piemonte e dalla Soprintendenza ai beni archeologici. Le minoranze, da parte loro, hanno espresso cinque astensioni sulla delibera relativa alla modifica del regolamento comunale sulla "cessione di aree per standard urbanistici". Si tratta di un progetto innovativo, redatto dal geometra Mario Ferraris titolare dell'ufficio tecnico comunale, che nelle arre classificate edificabili (esclusi gli immobili di tipo residenziale) prevede più opzioni quando c'è il cambio di destinazione d'uso e costruzione da nuovo. Oltre agli oneri di urbanizzazione, al richiedente che non dispone di area da cedere al Comune come "servizi per la collettività" verrà chiesto di pagare da 60 a 80 euro al metro quadrato nel centro storico, che scendono a 15 euro nelle aree agricole. La differenza si applicherà anche se l'area a servizi collettivi è disponibile, ma al Comune non interessa.

m.s.

Condividi:

Facebook
Twitter
WhatsApp

Le principali notizie di Asti e provincia direttamente su WhatsApp. Iscriviti al canale gratuito de La Nuova Provincia cliccando sul seguente link

Scopri inoltre:

Edizione digitale