Le energie degli autori del progetto, l’entusiasmo e la sorpresa di scoprire per la prima volta quello che spesso si dà scontato, la visione cinematografica di personaggi del posto e panorami, la riconoscenza verso i “custodi” della storia e della tradizione locale, la voglia di mettere in luce i giovani che di questa storia e di queste tradizioni hanno raccolto il testimone e lavorano per la conservazione: tutto questo è solo una parte di quello che Monfrà Stories racchiude nella magia dei suoi cortometraggi.
Dimostrando che il Monferrato merita il cinema. E il cinema merita il Monferrato.
Ieri sera, dopo il primo evento ad Aramengo di qualche settimana fa, il secondo assaggio è stato dato a Capriglio, con la proiezione del documentario sulla storia dell’architetto Marina Cappellino. Documentario realizzato da Leonardo Medesani e Chiara Gianusso, giovane coppia che vive a Passerano Marmorito, in frazione Boscorotondo. E, non a caso, la loro piccola casa di produzione si chiama Roundwood, traduzione letterale del luogo di residenza che porta un nome da favola.
La scelta di Capriglio per la prima proiezione non è stata un caso: il cortometraggio è stato girato quasi interamente nei locali del Museo Mamma Margherita con intervista all’architetto Cappellino nella sala dedicata al gesso. Ed era proprio intorno a questo materiale povero della tradizione costruttiva delle campagne che è stato costruito il cortometraggio, con la voce di chi, senza mezze misure, è stata definita la “custode del gesso”.
Marina Cappellino ha citato più volte la sua mentore, l’architetto Enrica Fiandra, scomparsa cinque anni fa, originaria di Bagnasco a due passi da Capriglio, che per prima accese il faro sull’importanza storica, culturale e architettonica dell’uso del gesso. E Cappellino ha dedicato gran parte della sua vita a questa stessa missione.
Curando, per esempio, la ristrutturazione e l’esposizione del Museo Mamma Margherita e ideando il Museo dei Gessi a Moncucco, oltre a raccogliere continuamente testimonianze, foto e documenti su questo argomento.
Assente la Cappellino per ragioni di lavoro (si trova in Libia a seguire un importante restauro), sul palco, finita la proiezione è salita Elena Gallizio, giovane restauratrice del Nord Astigiano profonda conoscitrice dell’uso del gesso nell’edilizia tradizionale.
Ha raccontato perchè si usava il gesso in quelle zone, come veniva estratto, lavorato, messo in posa. Ha raccontato delle cure che necessitano i pochi soffitti rimasti associandosi a Marina Cappellino in un appello accorato: chiunque ne trovi ancora in vecchie case da ristrutturare, sappia che è un privilegiato, che ha in casa un pezzo di storia che aggiunge grande valore all’immobile e dunque non deve abbatterlo ma restaurarlo, come un’opera d’arte.
Intanto i ragazzi di Roundwood, dopo il corto dedicato alla Cappellino e a Beppe Moiso, “custode del Museo Egizio”, annunciano a settembre la presentazione del lavoro dedicato a Franco Correggia, “custode dei boschi”. A loro firma anche la bellissima storia filmata di come nasce una chitarra classica dalle mani del giovane liutaio di Montafia Antonio Marchese e quelle dell’ex Cinema Piemonte di Piovà Massaia.
2 risposte
Buongiorno Daniela, sono la mamma di Leonardo Medesani. Grazie per aver apprezzato il lavoro di questi ragazzi che stanno veramente dedicando tutto il loro tempo a cogliere attimi di vita, anche animale per eseguire al meglio questa docu-serie, lavorano incessantemente. Ancora Grazie! Laura Tortia
“Due giovani, un sogno e la forza di crederci: stanno salvando con le proprie mani un’eredità che appartiene a tutti noi. Ogni gesto, ogni ora di lavoro, è un atto d’amore verso la nostra storia. Sostenerli significa proteggere le nostre radici.”
Bravi ragazzi…continuate a custodire!!!