Un progetto dove il mondo perfetto delle api incontra il mondo imperfetto ma generoso degli uomini.
E’ quello che si è sviluppato a Montiglio, in seno alla Fondazione Salus Homini, con sede a Piovà Massaia che si occupa, da statuto, di tutto ciò che è in relazione con l’uomo, coniugando il sapere della scienza con il sapere della fede.
Nata sulla spinta di una visione antropologica della Chiesa cattolica, si occupa di attività sociali e caritative ma anche umanistiche e culturali, attività editoriale e ricerca scientifica.
La Fondazione, presieduta da Don Claudio Berardi, parroco di Piovà, Cerreto, Montiglio e presidente dell’Istituto per il Sostentamento del Clero della Diocesi di Asti, si finanzia esclusivamente sulla base delle donazioni dei benefattori che condividono le finalità.
Fra questi benefattori, inconsapevoli, anche le api che abitano le 35 arnie che da oltre 5 anni “lavorano” per finanziare la Fondazione.
Un’idea più unica che rara: la creazione di un ramo “agricolo” della fondazione che viene gestito da un piccolissimo gruppo di volontari i cui proventi sono tutti destinati esclusivamente al sostentamento di Salus Homini.
Ad incontrarsi sono state la passione di Angelo Siddi per l’apicoltura e la sua condivisione dell’attività della Fondazione.
Angelo è conosciuto ad Asti per essere stato a lungo cuoco e titolare della Brasserie Roma di piazza Alfieri prima e dell’Irish Pub poi; lasciato il mondo della ristorazione per una scelta personale, oggi fa tutt’altro lavoro, ma da una decina di anni si è avvicinato al mondo delle api. Con la moglie Anna Diaco e il cognato Rosario, purtroppo recentemente scomparso, ha aderito all’invito di don Claudio a mettere le sue conoscenze apistiche totalmente a disposizione della Fondazione.
Così a Montiglio è nato Tasting Italy, la costola agricola di Salus Homini che accudisce 35 arnie.
«Curiamo le nostre api come fossero figli – dice Angelo – e il nostro pensiero costante è quello di garantirne il benessere. Ma siamo anche molto attenti alla tutela ambientale».
Tasting Italy non produce rifiuti e non compra quasi nulla all’esterno.
«A partire dalle arnie in legno che abbiamo costruito artigianalmente io e mio cognato utilizzando legno di recupero per la maggior parte – spiega ancora Angelo – Di nostra invenzione anche la speciale miscela di candito con la quale alimentare le api durante l’inverno. Inoltre – prosegue – contrariamente a quanto fanno altri apicoltori, soprattutto quelli con tante arnie, noi recuperiamo tutta la cera prodotta dalle nostre api e, grazie ad una piccola attrezzatura, Anna la fonde e la usa per stampare, uno per uno, i fogli di cera vergine che servono per un nuovo ciclo di produzione di miele». E recuperano anche le piccole tracce che restano sui telai lasciandole in un contenitore con vetro che sfrutta il calore del sole per sciogliere tutto e recuperare.
«Abbiamo ottenuto tutte le certificazioni per lavorare il miele che vendiamo in purezza o in vasetti di creme spalmabili a base di miele con aggiunta di nocciole. E poi facciamo anche gli elisir, sempre con il miele e l’aggiunta di altri ingredienti ad aromatizzarli». Angelo e Anna non tengono nulla per loro: l’impegno costante, i tanti giorni di lavoro della coppia dietro le api vengono interamente devoluti alla Fondazione.
Una piccola produzione che è però andata lontano, alla fiera di Osaka in cui gli organizzatori, conosciuto il passato di chef di Angelo, gli hanno fatto improvvisare una cena. E lui non ha smentito il suo talento preparando un intero menù “italiano” con il tocco di miele.
Anche le api contribuiranno all’Eremo del Silenzio
Le api di Angelo e Anna contribuiscono anche ad un grande sogno nel cassetto della Fondazione Salus Homini: l’Eremo del Silenzio.
Dopo le notizie già trapelate intorno al Natale scorso, don Claudio Berardi conferma l’esistenza di un progetto già definitivo affidato allo studio dell’architetto Lorena Alessio.
L’Eremo del Silenzio è una struttura senza fondamenta posizionata sul terreno grazie a radici metalliche per consentirne un agevole spostamento, realizzata con il compensato di pioppo, un materiale molto leggero che ben si sposa con l’obiettivo di renderla flessibile.
Un luogo dove le persone possono riconnettersi con la natura e con la spiritualità, per periodi più o meno lunghi. Un’idea nata dalle crescenti richieste giunte a don Claudio di un’esperienza di meditazione che aiuti le persone a ritrovare il proprio centro. E don Claudio sta sviluppando anche il sostegno professionale a questi percorsi interiori che possono essere declinati secondo le sensibilità di ognuno.
Per ora c’è il progetto innovativo dell’architetto Alessio, ma, contrariamente a quanto trapelato qualche settimana fa, manca ancora il luogo in cui erigere l’Eremo.