A ottobre i visitatori sono stati circa 500, di cui 180 nelle due giornate della fiera del tartufo; non sono mancati gruppi provenienti da fuori regione (Modena e Pavia, ad esempio). Tutti hanno apprezzato la narrazione automatizzata e le curiosità illustrate dalle guide. A visitare la pieve, lunedì 24 ottobre, anche quattro giornalisti, invitati dalla Regione, nell’ambito di un tour in mountain bike nell’Astigiano.
Oltre ad aderire al progetto “Rete romanica di collina” (con apertura ogni prima domenica del mese da aprile a ottobre) e all’iniziativa “La lunga notte delle chiese”, la pieve di San Lorenzo è una delle 22 chiese del Piemonte e Valle d’Aosta (unica in provincia di Asti) che, per iniziativa dell’associazione Il Trubucco, aderisce al progetto “Chiese a porte aperte” ideato dalla Consulta Regionale per i Beni Culturali Ecclesiastici con il sostegno della Fondazione CRT. Si tratta di un progetto sperimentale per aprire e visitare autonomamente i beni culturali ecclesiastici con l’ausilio delle nuove tecnologie. L’app “Chiese a porte aperte” gestisce molteplici operazioni dalla prenotazione della visita all’apertura automatizzata della porta. Una volta effettuato l’accesso tramite QR si viene guidati alla scoperta del bene al suo interno attraverso un’installazione multimediale costituita da una narrazione storico-artistico-devozionale.
La chiesa romanica sorge isolata accanto al cimitero, nel luogo in cui vi era un antico borgo in cui, nel XIII-XIV secolo, la popolazione decidesse progressivamente di spostarsi, per riceverne protezione all’interno delle fortificazioni del castello. Costruita attorno alla metà del XII secolo, è caratterizzata dal bicromatismo delle strutture murarie (dato dall’accostamento dei mattoni con i blocchi di pietra arenaria, la presenza di capitelli in pietra scolpita, e l’impiego di una notevole varietà di elementi decorativi- Cessate le sue funzioni di plebania, la chiesa dopo il XIII- XIV secolo assunse le funzioni di cappella cimiteriale; subì nel tempo molte modifiche che non hanno tuttavia compromesso la sua impronta romanica.
Di grande interesse sono i capitelli, tutti diversi tra loro, che sormontano le semicolonne ed i pilastri formando nel loro insieme una gamma di motivi tipici dell’iconografia medievale, spesso di non facile lettura. Numerosi reperti raccolti all’esterno che testimoniano la storia e le vicende architettoniche della pieve sono state classificate ed esposte all’interno della chiesa; tra essi spicca la figura di un telamone che doveva essere inserito nell’antica facciata.