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Consiglio regionale

Moransengo-Tonengo, Comune unico per 400 abitanti

Approvata all’unanimità la fusione
Dopo una fumata nera per la mancanza del numero legale, nella seduta del 27 dicembre il Consiglio regionale ha approvato all’unanimità la fusione dei piccoli Comuni di Moransengo e Tonengo, nel nuovo ente Moransengo-Tonengo che conta circa 400 abitanti. In precedenza vi era stato il referendum consultivo: a Moransengo i votanti erano stati 97 (57,63%) con 70 sì e 24 no, 2 schede nulle e una bianca; a Tonengo i votanti erano stati 89 (48,63%) con 76 sì, 12 no, una nulla.

A seguito della pubblicazione della Legge n. 27 istitutiva del nuovo Comune, sul Bollettino ufficiale della Regione, il prefetto di Asti, essendo venuti meno per effetto della fusione i rispettivi organi di governo, ha provveduto alla nomina del Commissario prefettizio per la gestione nel neo istituito ente, nella persona del viceprefetto aggiunto dottoressa Lara Maria Quattrone, che ha assunto i poteri di sindaco, consiglio comunale e giunta fino all’insediamento degli ordinari organi di governo, nella tornata elettorale prevista in tarda primavera, in data da definire. La sede del nuovo Comune, scelta per sorteggio, sarà presso il municipio di Tonengo, ma vi saranno anche uffici distaccati a Moransengo, in modo da favorire i cittadini che hanno difficoltà a spostarsi.

Per gli abitanti non vi saranno particolari disagi: ad esempio le carte d’identità restano valide (infatti non devono più essere rifatte se si cambia residenza, ma solo alla naturale scadenza).

Grazie alla fusione intercomunale e la costituzione di un nuovo ente locale dovrebbe arrivare in dieci anni di una somma importante a sostegno delle spese correnti dei due ex comuni di circa 750 mila euro. Soldi che faranno davvero comodo per assestare il bilancio del nuovo comune costituito e che potrà dunque disporre di fondi utili per garantire una migliore sopravvivenza al neo nato comune e al mantenimento degli attuali servizi: dal trasporto scolastico alla manutenzione delle strade, alla realizzazione di opere pubbliche nell’interesse delle due comunità riunite.

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