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Motocross, Provincia e Regione dicono noPer la pista “sentenza” di stop definitiva
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Motocross, Provincia e Regione dicono no
Per la pista “sentenza” di stop definitiva

Con 2 voti contrari (Regione e Provincia) e 1 favorevole, quello del Comune, tramonta definitivamente l'ipotesi di riaprire la pista di Motocross a Valmanera. Il pronunciamento contro la Variante

Con 2 voti contrari (Regione e Provincia) e 1 favorevole, quello del Comune, tramonta definitivamente l'ipotesi di riaprire la pista di Motocross a Valmanera. Il pronunciamento contro la Variante strutturale che avrebbe potuto mettere in regola, dal punto di vista urbanistico, il circuito di motocross, è stato espresso nella conferenza di pianificazione, un passaggio obbligato nel quale gli appassionati delle due ruote avevano riposto le loro speranze per riavere, dopo tanto tempo, l'accesso alla struttura. Il vice sindaco Arri, con delega all'urbanistica, ha partecipato alla conferenza di pianificazione (cui sono stati presenti anche l'Arpa e l'Asl senza diritto di voto) chiedendo a Provincia e Regione di dare parere favorevole alla Variante «condizionato al recepimento di tutte le osservazioni contenute nei pareri pervenuti e subordinatamente all'espressione favorevole di compatibilità ambientale da parte dell'Organo Tecnico di V.A.S.».

Insomma, il motocross, fermo da 2 anni, sarebbe tornano operativo in caso di voto favorevole solo a condizione di essere inserito in un circuito meno impattante, soprattutto sotto il profilo acustico, per preservare l'ambiente limitrofo dove insiste il Sito di interesse comunitario per il quale si sono battuti gli ambientalisti. La proposta del Comune è stata però bocciata, principalmente a causa della dichiarazione di incidenza sul S.I.C., espressa dal settore parchi e aree protette della Regione Piemonte che, per legge, «è prevalente rispetto alle valutazioni espresse in materia di pianificazione urbanistica» precisano gli amministratori.

«Il Consiglio comunale aveva adottato la Variante proprio con la finalità di verificare se la decisione di regolarizzare sotto il profilo urbanistico questo impianto sportivo, presente dagli anni ?70 sul nostro territorio, potesse rientrare nell'ambito della discrezionalità politica ovvero se vi fossero elementi normativi ostativi – commentano il sindaco Brignolo e il vice Arri – Da un lato ci rammarica il fatto che non sia stato possibile contemperare la convivenza di attività che pure avrebbero potuto avere una ricaduta per la città, dall'altro abbiamo preso atto della invalicabilità delle ragioni tecniche opposte dalle strutture regionali».

Adesso molti si chiedono se il gestore tenterà ancora le vie legali o, come gli sportivi già commentano su facebook, sia stata scritta la parola "fine" ad una struttura tra le migliori del suo genere e, potenzialmente, un indotto turistico di cui la città dovrà imparare a fare a meno. La querelle politica, c'è da giurarci, continuerà invece nei banchi del Consiglio dove la questione era già stata dibattuta non senza "scintille".

Riccardo Santagati

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