Con il cambio di amministrazione, il dottor Gianfranco Imerito è tornato in Giunta, con la delega alla cultura, dopo una prima esperienza maturata durante l’ultimo mandato dell’ex sindaco Galvagno
Con il cambio di amministrazione, il dottor Gianfranco Imerito è tornato in Giunta dopo una prima esperienza maturata durante l’ultimo mandato dell’ex sindaco Galvagno.
Sono tante le deleghe che Imerito ha ricevuto dal neo sindaco Rasero: cultura, università, servizi demografici e urp.
E’ però sulla cultura che Asti guarda per trovare un nuovo volano economico e un riposizionamento turistico anche in vista del prossimo maxi finanziamento del progetto “Vino e Cultura”, il noto Pisu 2.
Con l’occhio clinico da dottore, ci spiega lo stato di salute della cultura di Asti?
Lo stato di salute non è male di per sé. Diciamo che la cultura spazia tra tanti generi diversi, alcuni dei quali, negli ultimi tempi, non sono stati percorsi con la stessa frequenza. Io credo nella cultura a 360°, per tutti, inclusiva e che deve partire valorizzando l’esistente.
Qualche esempio concreto?
Dalla Biblioteca Faletti a Palazzo Mazzola, passando per la Fondazione Guglielminetti sono tutti esempi di grandi potenzialità della cultura cittadina. Però io parto da un concetto di fondo: un assessore della cultura non può essere un tuttologo, oppure fare solo ciò che gli piace di più. Ecco perché voglio avvalermi di chi è leader nel proprio settore per sviluppare progetti molto più estesi e fruibili dal pubblico.
Continua la lettura sul giornale in edicola, o acquista la tua copia digitale
Riccardo Santagati