Per il NuovoCentro Destra di Angelino Alfano e l'UDC di Pier Ferdinando Casini le regionali sono state un banco di prova, insieme alle europee, sul quale valutare la riuscita del progetto di
Per il NuovoCentro Destra di Angelino Alfano e l'UDC di Pier Ferdinando Casini le regionali sono state un banco di prova, insieme alle europee, sul quale valutare la riuscita del progetto di unificazione dei due simboli tenendo la barra ben salda verso il PPE europeo. Superato lo sbarramento del 4% alle elezioni europee, dato già di per sé significativo, NCD e UDC si sono attestati, nell'Astigiano, sotto al 2% dimostrando come ci sia ancora molta strada da fare per entrare nel cuore degli elettori.
«Sergio Chiamparino ha vinto con un ampio margine e su questo non ci sono dubbi – commenta il vice sindaco di Asti Davide Arri (UDC) – A Serravalle e nelle storiche roccaforti del nostro partito abbiamo tenuto bene e abbiamo avuto la dimostrazione di aver ripreso quota dopo la sconfitta alle politiche del 2013 e l'esperienza con Mario Monti. A livello locale abbiamo quasi raddoppiato in percentuale i voti e, sebbene queste elezioni non fossero le elezioni della raccolta, ma della semina, non possiamo che essere soddisfatti di come sono andate. In ogni caso ci tengo a dire che ci sentiamo in qualche modo parte in causa del successo di Matteo Renzi, ottenuto anche in Piemonte, con il quale stiamo lavorando molto bene, nel governo di coalizione, con i nostri ministri».
Per Giorgio Caracciolo (UDC), candidato nella lista di Enrico Costa, il progetto di ricompattare il centro «mi sembra buono e ci credo ancora che possa crescere in futuro. Sicuramente ha vinto Renzi e ha perso Grillo perché la gente, evidentemente, si è spaventata dei toni usati dal M5S; così, nel segreto dell'urna, ha preferito affidarsi ad una figura come Renzi».
Paolo Macagno, candidato con NCD (83 voti), taglia corto e attende i risultati definitivi prima di analizzare il voto ma, raggiunto al telefono, risponde così: «In Europa abbia superato il 4%, un buon risultato, mentre nel Piemonte non ci si poteva aspettare di più in un momento critico come questo. Sicuramente ha influito la divisione del centrodestra e il matrimonio con l'UDC che è stato un po' sofferto, inutile negarlo».
Diversamente Beatrice D'Avenia, anche lei candidata con NCD (40 voti), parla di risultato scontato, ma aggiunge: «E' mancata nel partito un po' di comunicazione e organizzazione sia a livello regionale che locale. Una maggiore campagna elettorale in città sarebbe stata necessaria ma io non mi arrendo e continuerò a fare politica, sempre nel Nuovo CentroDestra».
Nei prossimi giorni i candidati si troveranno per analizzare con calma i risultati elettorali e decidere come procedere con la nuova compagine politica, sempre tenendo come stella polare il PPE alternativo alle sinistre.
Riccardo Santagati