«Più che un Amministratore delegato voglio pensare come se fossi un socio: un Ad ha una prospettiva di 3-4 anni, un socio di almeno 15-20»: Livio Negro, una consolidata esperienza da manager nel privato, spiega subito quale sarà il suo approccio come presidente della Fondazione Cassa di risparmio di Asti
15-20 anni sono molto più che il termine di un doppio mandato alla presidenza…
Però bisogna saper uscire da questa logica se si vuole dare una prospettiva solida a questa città e al suo territorio, se si vuole che ci sia davvero un cambiamento.
E come vede lo sviluppo di questo territorio?
Intanto diciamo che la mia presidenza punterà al massimo convolgimento del Consiglio di Indirizzo. Attualmente le Commissione sono 2, io le amplierò. Da qui deve uscire una visione strategica che guardi al lungo periodo e punti su alcuni progetti rilevanti.
Quindi superare la logica dei «tanti contributi»?
Non esattamente: piuttosto privilegiare quei progetti anche piccoli, ma che facciano sistema e rete.
Oggi Astiss e Asti Musei sono gli assi portanti degli investimenti della Fondazione: continuerà così?
Arte e cultura sono aspetti molto importanti, la città ha investito molto, ma non sono i soli. Penso anche al sociale, al turismo, allo sport e in ogni caso a quei progetti che possono davvero portare risultati concreti.
Le sue prime impressioni da presidente della Fondazione?
Emozione, una forte emozione. Ho appena visto realizzare un sogno, nato 15 anni fa, quello de Le Cattedrali. Adesso questa nuova sfida, stimolante. Mi sento bene, e questo non può che essere un buon segnale.
Prima parlava di cambiamento: a cosa si riferisce?
Alla voglia di creare cose nuove, di fare, come ho sempre fatto nella mia vita imprenditoriale. Ma il primo cambiamento deve essere nella nostra testa: dobbiamo andare oltre, non avere paura di accettare le sfide.