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Attualità

«Nel 2014 rischiamo 40 esuberi
e intere linee di bus soppresse»

«Lo stipendio di novembre e la tredicesima sono assicurati, cosa che ci fa ben sperare anche riguardo alla paga di dicembre. Ma sul 2014 non abbiamo alcuna certezza: come si fa a vivere così?». Lo

«Lo stipendio di novembre e la tredicesima sono assicurati, cosa che ci fa ben sperare anche riguardo alla paga di dicembre. Ma sul 2014 non abbiamo alcuna certezza: come si fa a vivere così?». Lo sfogo è di Maurizio Dovico, autista e presidente del Comitato Sap, formato principalmente da lavoratori delle aziende di trasporto extraurbane, nato la primavera scorsa per protestare contro la revisione di spesa operata dalla Regione in questo settore. «Noi lavoratori – spiega – siamo amareggiati e preoccupati. Dal 2014, se non cambierà nulla, la Regione attuerà un taglio del 20% sul trasporto extraurbano in provincia di Asti. Il che vuol dire meno corse per linea, soppressione di alcuni collegamenti tra paesi, riduzione del trasporto studenti. Certo, il commissario straordinario della Provincia, Alberto Ardia, ha dichiarato che quest'ultimo servizio sarà garantito fino a giugno, ma noi ci domandiamo: da settembre cosa capiterà?». Dovico quindi confida l'amarezza per non aver visto una presa di posizione da parte dei sindaci.

«Come comitato – afferma – abbiamo attuato varie iniziative di protesta contro i tagli, ma non siamo stati supportati dagli amministratori, che dovrebbero essere preoccupati dato che i tagli rischiano di isolare i loro comuni, con gravi conseguenze per i cittadini. Basti pensare che l'ordine del giorno da noi redatto per chiedere alla Regione di fare "marcia indietro" è stato sottoscritto da circa 12 primi cittadini (su 118). E che, alla riunione convocata nei giorni scorsi dal commissario Ardia per discutere sulla questione, si sono presentati solo in 25 (di cui 8 da fuori provincia)». Comunque il comitato Sap non si dà per vinto e incontrerà l'Unione degli studenti (Uds) per informare i ragazzi su quanto sta accadendo in modo da concordare insieme eventuali manifestazioni di protesta. A confermare la situazione i titolari delle aziende di trasporto astigiane.

«Siamo molto preoccupati – afferma Enrico Giachino, a capo delle "Autolinee Giachino" – in quanto, per il prossimo anno, sono previste riduzioni dei fondi a copertura del trasporto pubblico extraurbano pari al 20% per la provincia di Asti. Tradotto in numeri, parliamo di 1,3 milioni di euro in meno, tanto che prevediamo 40 esuberi tra le sette aziende che, come noi, fanno parte del consorzio Coas (su un totale di circa 200 lavoratori). Riduzioni che si vanno a sommare al taglio del 15% operato tra il 2011 e il 2013. Ma mentre finora siamo riusciti a tamponare la situazione con razionalizzazioni del servizio, per esempio attraverso la sospensione estiva ad agosto o l'abolizione dei collegamenti mercatali, da gennaio dovremo sopprimere alcune linee e intervenire sul trasporto studenti». A criticare il modo in cui sono state decise le riduzioni Nico Geloso, titolare di "Gelosobus". «Non sono d'accordo – afferma – sulle modalità con cui la Regione ha deciso di intervenire: ovvero, diminuire le risorse sulle linee che presentano una media dei ricavi di traffico inferiore a quella regionale. In questo modo, infatti, ad essere penalizzate saranno le province di Asti, Alessandria, Vercelli e Verbania. Ma prendendo in considerazione solo questo parametro molti paesi, popolati soprattutto da anziani, rimarranno isolati. Il tutto contro il principio alla base del trasporto pubblico».

Sotto accusa anche l'assegnazione ad altre Province (come Alessandria e Cuneo) di alcune linee sostitutive dei treni, utilizzate in maggior parte da Astigiani: Alba/Asti, Alessandria/Castagnole, Asti/Casale e parte della Asti/Chivasso. «In questi casi – sottolinea Giachino – l'utenza è quasi esclusivamente astigiana, così come la maggior parte delle fermate. Eppure, nel dicembre 2012, non ci sono state assegnate, impedendo quindi l'integrazione con il resto del servizio attuato nell'Astigiano. Per questo il commissario straordinario della Provincia, Alberto Ardia, chiederà all'Amministrazione regionale di rivedere queste assegnazioni. Anche perché, in caso contrario, i cittadini astigiani rischiano di subire le riduzioni operate sulla provincia di Asti e su quelle limitrofe, che coinvolgerebbero anche le linee che ho citato». D'accordo Nico Geloso, titolare dell'azienda "Gelosobus", che ricorda un'altra questione fondamentale per la sopravvivenza delle aziende.

«La scorsa primavera – ricorda – avevamo partecipato a manifestazioni di protesta insieme ai colleghi di tutto il Piemonte contro il mancato pagamento del servizio da noi svolto da parte dell'Amministrazione regionale. Nel marzo del 2012, infatti, aveva smesso di erogare i fondi previsti, riprendendo a farlo con regolarità all'inizio di quest'anno. Successivamente da Torino ci era stato promesso un piano di rientro in tre tranche, a partire da quest'anno per terminare nel 2015, grazie allo sblocco di 150 milioni di fondi europei Fas. Ma ad oggi non abbiamo ancora visto un euro dei 3 milioni che dovrebbero arrivare, in totale, alle aziende del nostro consorzio. Anche se abbiamo già firmato un documento in cui, in cambio delle somme che si spettano, rinunciamo a riscuotere gli interessi e a presentare ricorso». In tutto questo Geloso ricorda come il nodo sia l'assenza di una guida politica in Provincia. «Il commissario Ardia e i funzionari fanno fin troppo, ma sono dei tecnici, mentre i sindaci non hanno competenza su questa materia. Noi abbiamo bisogno di una guida politica provinciale che avanzi le nostre richieste a Torino», conclude.

Elisa Ferrando

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