Assoluzione piena da tutte le accuse “perché il fatto non sussiste”: questa la decisione dei giudici di Appello di Torino nel processo che vedeva imputato Carlo Demartini, amministratore delegato di Banca di Asti. L’accusa era di false comunicazioni sociali nei bilanci 2015 e 2016. In primo grado il Gup Belli aveva condannato a 2 anni ed 8 mesi Demartini mentre aveva assolto Banca e l’ex presidente Aldo Pia. L’accusa sosteneva che nei bilanci di quei due anni sarebbero stati indicati come ancora esigibili crediti per 30 milioni di euro nei confronti di soggetti (persone fisiche e giuridiche) che, secondo l’ipotesi dell’accusa, in realtà avevano perso la capacità di onorarne la restituzione. I giudici di Appello non hanno invece ravvisato alcuna ipotesi di reato.
Nel corso dell’udienza, il team legale che ha assistito l’AD della Banca, costituito dal prof. Maurizio Riverditi e dall’ avv. Guido Carlo Alleva ha prodotto in corso di giudizio ponderosa documentazione al fine di evidenziare come Demartini “non sia mai entrato nel merito della valutazione di singole posizioni a sofferenza, e che le interlocuzioni di volta in volta intrattenute con i dirigenti della Banca e con le strutture preposte sono state sempre funzionali solo a un’efficiente gestione delle esposizioni nell’interesse dell’istituto, e quindi indirettamente degli azionisti”.
“Sono felice per l’esito di questa vicenda – ha dichiarato l’Amministratore delegato Demartini – anche perché in nessun momento ho mai dubitato che la Giustizia, nella quale ho da sempre piena fiducia, avrebbe chiarito e fatto luce su quanto accaduto, avendo sempre lavorato con un unico obiettivo, il servizio alla Banca e – tramite essa – ai territori dove la Banca opera”.