Nell’Astigiano è terminato lo spoglio delle schede della consultazione referendaria in tema di lavoro e cittadinanza. Referendum che, anche in provincia di Asti, non ha raggiunto il quorum del 50% più 1 degli aventi diritto. Erano 159.511 gli elettori chiamati ai seggi astigiani domenica e lunedì, ma a recarsi ai seggi è stato il 31,58% degli aventi diritto.
Andando nel dettaglio, gli astigiani si sono espressi così nei cinque quesiti:
1 – Reintegro licenziamenti illegittimi: 41.591 Sì (85,04%) – 7.317 No (14,96%). Votanti: 50.406 (31,60%) | Schede nulle: 458 – Schede bianche: 1040 – Schede contestate: 0.
2 – Licenziamenti e limite indennità: 40.783 Sì (83,46%) – 8.082 No (16,54%). Votanti: 50.399 (31,60%) | Schede nulle: 461 – Schede bianche: 1073 – Schede contestate: 0.
3 – Tutela contratti a termine: 41.548 Sì (85,23%) – 7.201 No (14,77%). Votanti: 50.407 (31,60%) | Schede nulle: 491 – Schede bianche: 1166 – Schede contestate: 1.
4 – Responsabilità infortuni sul lavoro: 40.763 Sì (83,43%) – 8.098 No (16,57%). Votanti: 50.415 (31,61%) | Schede nulle: 469 – Schede bianche: 1085 – Schede contestate: 0.
5 – Cittadinanza italiana: 30.004 Sì (61,12%) – 19.083 No (38,88%). Votanti: 50.422 (31,61%) | Schede nulle: 466 – Schede bianche: 869 – Schede contestate: 0.
Dal Comitato del Sì il primo a commentare l’esito del referendum è stato il segretario provinciale della Cgil, Luca Quagliotti: «È stata una lunga campagna elettorale, il voto di Asti, così come il Piemonte, è un segnale importante. Non è il quorum, che sapevamo sarebbe stato difficile da raggiungere, ma è stato considerevole aver riportato il lavoro al centro del dibattito politico. Rimane il problema che continuare a dire di non andare a votare lede la democrazia nel nostro Paese, con i risultati che tutti vediamo».
Invece il sindaco di Asti, Maurizio Rasero, si è presentato al seggio con l’intenzione di non ritirare le schede. La stessa decisione del presidente del Consiglio Giorgia Meloni, ma il “caso” Rasero è diventato virale in diversi gruppi WhatsApp nei quali è rimbalzato un messaggio dove si leggeva che il sindaco avrebbe avuto da ridire per il fatto di non aver ottenuto il timbro sulla tessera elettorale proprio alla luce del suo “non voto”. Interpellato sul fatto, replica: «Non c’è stata nessuna discussione. Ho detto che non avrei ritirato le schede, il presidente e gli scrutatori sono stati molto gentili e hanno fatto quello che dovevano. Ho chiesto, non ritirando le schede, se non dovessero timbrarmi la tessera e così mi hanno confermato». Ma Rasero aggiunge: «Dissi che non avrei ritirato le schede due settimane prima che lo dichiarasse Meloni, quindi non prendo ordini di scuderia da nessuno. Sono contrario a uno strumento obsoleto che brucia denaro pubblico e che così non va bene. Era evidente che non si sarebbe raggiunto il quorum. Piuttosto decidano di toglierlo o comunque cambino questo obbrobrio».
[foto Billi]