La misurazione della velocità sarà “media”, nel senso che le sanzioni arriveranno agli automobilisti nel caso il tempo di percorrenza, rilevato all’ingresso e all’uscita del segmento di strada in questione, risulti troppo breve e perciò corrispondente a velocità troppo elevata; un funzionamento analogo, sembra, a quello di apparecchiature simili sulle autostrade. Il 10 ottobre il Prefetto di Asti, Claudio Ventrice, ha firmato il decreto per l’installazione e l’utilizzo delle apparecchiature dedicate. Per l’entrata in funzione vera e propria, in base alle comunicazioni ufficiali, la data prevista è il 1 dicembre.
Dell’installazione di un sistema di rilevazione di velocità, allo scopo di dissuadere dagli eccessi al volante nei pressi di una curva che ha dimostrato, nei fatti, di aggravare gli incidenti che vi accadono nei pressi, si è iniziato a parlare la scorsa primavera. L’assessore regionale alle infrastrutture Marco Gabusi aveva convocato un tavolo con la Città di Nizza, la Provincia di Asti e l’Anas annunciando l’intenzione di installare un autovelox, con l’obiettivo di lungo termine, sembra anche grazie ai proventi delle sanzioni, di realizzare una nuova rotonda in prossimità del bivio per San Marzano Oliveto.
Ma non sempre la dissuasione agli eccessi di velocità tramite i rilevatori ha gli effetti sperati. A Bazzana di Mombaruzzo, lungo la strada che da Nizza conduce ad Alessandria, circa 4 anni fa la Provincia di Asti ha installato un autovelox. «Il problema di chi corre, però, rimane – segnala il primo cittadino mombaruzzese Giovanni Spandonaro – Essendo una strada molto trafficata, c’è chi non rispetta i limiti di 50 km/h e questo può essere molto pericoloso».
Gli automobilisti rallenterebbero infatti in corrispondenza del macchinario, che si trova però oltre il centro abitato, prima del cimitero. I contatti con l’Unione Collinare e con la Provincia sono già aperti, per valutare la situazione: «Se anche non ci fosse modo di riposizionare l’apparecchiatura, avvicinandola al centro abitato, ci piacerebbe si trovassero altre soluzioni per attenuare almeno in parte il fenomeno».