A Nizza Monferrato si tornerà a votare per lelezione del sindaco tra circa un anno. Sebbene in città si rincorrano voci sulle possibili liste concorrenti, nessuno si era, finora, dichiarato
A Nizza Monferrato si tornerà a votare per lelezione del sindaco tra circa un anno. Sebbene in città si rincorrano voci sulle possibili liste concorrenti, nessuno si era, finora, dichiarato ufficialmente. A rompere gli indugi per primo è Pietro Balestrino, ex assessore con Lovisolo e consigliere comunale di minoranza per surroga da circa un mese; e lo fa con una lettera aperta rivolta a, scrive lui, gli amici del Bene Comune, oggetto della missiva manifesto pre elettorale al fine di raggiungere unarmonica e vittoriosa unità senza intendimenti di personale protagonismo. Nel testo della lettera, Balestrino dice di mettersi a disposizione in qualità di consigliere comunale: «Questa mia disponibilità viene scaturita per un fine di produzione, attività civica e istituzionale per raggiungere con un coinvolgimento di partiti, movimenti, uomini che abbiano il solo intendimento di lavorare, costruire, agire per il Bene di Nizza, Bene Comune senza interessi o fini personali».
La missiva continua illustrando le modalità in cui lex Assessore intende procedere: «Il nostro lavoro dovrà essere di amalgama, di trasparenza e di onestà assoluta. E il gruppo di ogni Ente, selezionato e rappresentato (al massimo da due o tre persone) dovrà concertare, programmare, discutere, agire e fare dopo aver ogni gruppo consultato i propri iscritti». Quindi Balestrino fa riferimento direttamente alla competizione elettorale: «I rappresentanti della futura lista per le elezioni comunali che si andrà a delineare dovranno essere persone attive e conoscitori prima del valore di se stessi e poi atti ad amministrare, che è cosa ben diversa dal fare opposizione. Gli iscritti e i collaboratori devono essere parte integrante di questo progetto: nessuno è escluso, messo da parte, ma ognuno è parte viva di un mosaico di idee di voglia di fare».
Balestrino propone ai suoi potenziali interlocutori anche la sottoscrizione di un documento programmatico: «Questo documento dovrà essere discusso e rivisto, dovrà essere firmato e tenuto presente se siamo persone di fede nel lavoro civico e istituzionale: prima i programmi e poi le cariche. Il silenzio del fare, delle nostre riunioni deve rimanere silenzio». Lex Assessore conclude infine con un commento ironico: «Per approvare questa mia intuizione una volta bastava la stretta di mano, oggi ci vuole una firma così potremmo anche dei trasgressori fare pubblica ammenda».
Fulvio Gatti