«Non è nota quanto il marito, anzi è stata proprio dimenticata dalla storia – ha raccontato l’ospite, accolta dalla dirigente Matelda Lupori – Immaginare che fosse una vittima dell’illustre consorte, oppure un suo “schermo” per nascondere l’omosessualità di quest’ultimo, in realtà non è corretto. Ebbe con lui due figli, si amarono e fu cruciale nel passaggio dalla notorietà dello scrittore, nei salotti e nelle sedi culturali, a una vera produzione letteraria».
Dopo il ritrovamento di un manoscritto con calligrafia diversa da quella di Wilde, alcuni critici oggi ipotizzano che la stessa Constance sia in effetti autrice di alcuni dei libri del marito. Come si conobbero? «A un ricevimento. Oscar rimase folgorato a vederla leggere un passaggio in italiano della Divina Commedia. Disse immediatamente alla madre che voleva sposarla». Il rapporto sentimentale burrascoso del creatore di Dorian Gray con Lord Bosie sarebbe stato successivo, e lo avrebbe allontanato dalla famiglia. Ha precisato Guglielmi: «Anche con la reclusione di Wilde, e pur non amandolo più, Constance non avrebbe smesso di aiutarlo. Dopo la sua caduta in disgrazia lei e i figli, con il cognome cambiato in Holland, si sarebbero trasferiti in Italia, sulla riviera ligure».
Non è un caso, perciò, che Lady Constance Lloyd sia oggi sepolta al cimitero di Genova. Luogo in cui l’autrice l’ha scoperta, rimanendone tanto affascinata da decidere di dedicarvi un romanzo: “Lady Constance Lloyd – L’importanza di chiamarsi Wilde”, nella collana “femminile singolare” diretta da Sara Rattaro.