Ancora un problema, pur con il “picco” spostato verso il mese di agosto, la patologia delle viti nota come “flavescenza dorata”. Il Foro Boario mercoledì ha ospitato il resoconto annuale del progetto di monitoraggio che vede in sinergia una ventina di comuni tra Valle Belbo e Val Tiglione, con Nizza capofila e l’opera essenziale dei tecnici del settore fitosanitario della Regione Piemonte.
Presenti, per la relazione, Demis Del Forte e Paola Gotta. «Veicolo del contagio è l’insetto noto come “scafoideo”, di cui i trattamenti nel 2023 si sono occupati di debellare la forma giovanile – hanno raccontato – In base agli studi infatti gli esemplari sono più sensibili in quello stadio, per via del tegumento e la minore capacità nel volo». Il monitoraggio della presenza degli insetti avviene tramite le trappole gialle e adesive piazzate nelle vigne. Quello dell’anno scorso ha visto una maggiore pulizia nella prima parte dell’estate: «Ad agosto, però, si sono riscontrati ingressi dall’esterno».
Gli scafoidei rientrerebbero nelle vigne a seguito di aree di boscaglia selvatica, ma non solo: «Le verifiche hanno evidenziato che alcune aziende non hanno seguito le indicazioni su quando fare i trattamenti. Poiché la flavescenza è una malattia complessa, la lotta va fatta come intero comprensorio e non come singolo vigneto».