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Nizza Monferrato: lieve crescita di positivi sotto il Campanon

In base alle rilevazioni di sabato 16 gennaio, sono infatti 34 i cittadini nicesi a cui l’esame del tampone ha dato esito positivo. Nei primi giorni dell’anno risultavano essere 31, ma c’era stato il decremento (datato 9 gennaio) che aveva portato il numero a sole 25 unità

Registra una lieve risalita, seppur sempre di alcune unità, il dato sul numero di positivi al Covid-19 all’ombra del “Campanòn”. In base alle rilevazioni di sabato 16 gennaio, sono infatti 34 i cittadini nicesi a cui l’esame del tampone ha dato esito positivo. Nei primi giorni dell’anno risultavano essere 31, ma c’era stato il decremento (datato 9 gennaio) che aveva portato il numero a sole 25 unità. Vista la così limitata variazione, in un tempo relativamente ristretto, si fa presente come la lettura dei numeri potrebbe essere influenzata dal numero più ridotto di tamponi effettuato durante il periodo festivo. L’amministrazione comunale già la scorsa settimana aveva dato notizia della ripresa dei tamponi mentre, in parallelo, sono iniziate le vaccinazioni. Il vice sindaco Pier Paolo Verri completa la panoramica sulla diffusione del virus a Nizza: «Tra i positivi, 8 si trovano al momento presso le RSA mentre 23 si trovano presso la propria abitazione». Contenuto anche il numero di nicesi in isolamento fiduciario, per contatto diretta con persona positiva, per i quali è previsto l’esame: «Sono al momento 8».

Partita la somministrazione dei vaccini

Ha preso il via, nel frattempo, la somministrazione dei vaccini. Spiega Verri: «In principio ci si è limitati a 14 dosi giornaliere per via di alcuni limiti nella dotazione tecnica relativa alla conservazione delle stesse». Risolto questo problema, a partire da questa settimana le dosi somministrate per giornata viene portata a 84, per l’intero sud Astigiano, di cui in questo caso Nizza fa da riferimento. Prosegue il Vice sindaco: «Inizialmente il vaccino è stato fatto al personale sanitario e delle RSA. L’intento è di concludere questa parte di procedura entro la fine del mese». I successivi “in coda” per il vaccino sono gli operatori dei consorzi socio-assistenziali, nel nostro caso il personale del CISA Asti sud: «Per il momento, è il massimo possibile in base alle dosi che vengono fatte pervenire in zona».

Si torna in zona arancione

L’inizio della nuova settimana vede il ritorno del Piemonte in “zona arancione”, con conseguente nuova chiusura totale al pubblico di bar e ristoranti. Riguardo alle cautele per quanto riguarda il virus, è il sindaco Simone Nosenzo a far notare un dato significativo per quanto riguarda il 2020 appena concluso. Proviene dall’anagrafe: «Il dato della popolazione, tra il 31 dicembre 2019 e la stessa data del 2020 vede 57 abitanti in meno». In particolare ha visto un incremento notevole il numero dei decessi: erano stati 127 nel 2019, sono stati 195 nel 2020. Chiarisce il primo cittadino: «Parliamo di un aumento di oltre il 30%. Se pensiamo che nei mesi di marzo e aprile, all’inizio del primo lockdown, c’era chi sosteneva che il Covid-19 fosse un’invenzione, dati come questo sono invece fin troppi chiari». Il Sindaco precisa come, anche considerando il virus come causa di una parte dei decessi, la valutazione rimanga importante: «Anche la riduzione della possibilità di curarsi e di accesso al Punto di Primo Intervento, a causa della pandemia, ha influito Per questo continuiamo a invitare la cittadinanza ad avere i comportamenti più responsabili sia possibile».

Fulvio Gatti

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