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Nizza il Campanon
Attualità

Nizza Monferrato: nonostante l’arrivo della “zona gialla” diversi ristoranti non riapriranno

Non aveva senso per noi riattivare la cucina per 2 giorni, con poi la chiusura durante il weekend, in un clima di totale incertezza

Hanno scelto di ritardare la riapertura, nonostante la “zona gialla” lo rendesse possibile per loro a pranzo, alcuni ristoranti di Nizza Monferrato. A dichiararlo per primo attraverso i propri canali digitali è stato Cristiano Baldi, titolare di Terzo Tempo – Osteria Moderna. «Non aveva senso per noi riattivare la cucina per 2 giorni, con poi la chiusura durante il weekend, in un clima di totale incertezza» spiega con franchezza. Il Piemonte è stato infatti “zona gialla” giovedì e venerdì, con ritorno ad “arancione” (e conseguente chiusura di bar e ristoranti anche a pranzo) il sabato e domenica. Come se non bastasse, la conferma della zona gialla da lunedì è giunta venerdì stesso, nel pomeriggio.

Un clima di confusione

Dopo il “lockdown” di primavera, i locali della città del “Campanòn”, così come altrove, avevano potuto tornare all’opera da fine maggio fino a metà ottobre. Prosegue il ristoratore: «Nel nostro caso abbiamo visto che, anche a intermittenza, c’è stato modo di lavorare durante la bella stagione. Ma passata quella, oggi il clima è di confusione e certo non favorisce un approccio sereno». E se Nizza, fin da marzo, ha visto “fiorire” l’asporto e il delivery, non tutte le attività lo hanno ritenuto possibile, come racconta Baldi: «Abbiamo fatto l’asporto, sotto queste festività, proprio perché c’erano già molte prenotazioni. Pochi giorni prima del Natale si è saputo che i ristoranti sarebbero stati chiusi: è stato un modo per venirci incontro e non sprecare la materia prima e quanto già preparato».

Locali più frequentati nel weekend

L’alternanza tra zona gialla, in settimana, e arancione, nei weekend, rischia di avere un impatto più marcato su Nizza, per via di come vengono vissuti i locali in città: prevalentemente a cena, il sabato e la domenica, in misura rilevante da parte dei visitatori dalle località limitrofe quando non in soggiorno dall’estero. Scelta netta, a ottobre, è stata quella del Ristorantino Tantì, che ha sospeso l’attività fino a nuova decisione. E questo nonostante in primavera fossero stati tra le attività più rapide a reinventarsi con il “delivery”. Spiega Silvia Bisoglio: «A ottobre abbiamo provato ad aprire solo per asporto e consegne, la sera, ma non era gestibile. Le richieste non erano inoltre analoghe ai mesi di marzo e aprile, così abbiamo deciso questa pausa. Temo, personalmente, che finché non ci sarà la possibilità di tornare a lavorare la sera, come quest’estate, per noi non sarà fattibile».

I costi maggiori dell’inverno

L’inverno porta con sé costi collaterali maggiori, vedasi il riscaldamento. La titolare non mostra particolare ottimismo: «Fermarsi per 2 mesi significa perdere il giro di clienti. Il dimore per noi è di non ritrovarli nel momento in cui saremo pronti a riaprire. Possono non ritornare o, legittimamente, essere ancora timorosi a uscire». È stato dal canto suo aperto a pranzo giovedì e venerdì, e continua questa settimana, il ristorante “Il Campanòn”. Chiarisce Gianluca Lotta: «Seguiamo le regole e teniamo attivo il delivery in parallelo, su richiesta, come alternativa». Conferma come la consegna a domicilio abbia avuto maggiore riscontro in primavera: «Certo è difficile gestire le derrate. Un po’ navighiamo a vista».

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