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Nizza, sul rischio idrogeologico interviene l’ex assessore Perazzo: “Spronate la Regione”

Ricorrono in questo periodo i 25 anni dell’alluvione del torrente Belbo e del fiume Tanaro che colpì anche il nostro territorio, facendo danni in tutto il Piemonte. La lettera dell’ex assessore Sergio Perazzo

A Nizza rischio idrogeologico

Ricorrono in questo periodo i 25 anni dell’alluvione del torrente Belbo e del fiume Tanaro che colpì anche il nostro territorio, facendo danni in tutto il Piemonte. A scrivere sul tema una lettera aperta è Sergio Perazzo, già assessore di Nizza Monferrato con delega ai lavori pubblici e oggi componente del gruppo Progetto Polis, rappresentato in consiglio comunale da Maurizio Carcione.

L’anniversario dell’alluvione

Così esordisce: «Come sempre in questo periodo, ma sempre più stancamente, viene ricordato l’anniversario della tragica alluvione del 1994 in Piemonte anche perché, purtroppo, nuovi eventi alluvionali stanno interessando la nostra regione. Allora di fronte al riproporsi di eventi alluvionali, e anche di fronte a nuove vittime, l’attenzione in merito al rischio idrogeologico, alla Protezione Civile, alla necessità di investire sulla sicurezza dei nostri territori, ritornerà per un brevissimo tempo anche nell’interesse delle nostre istituzioni pubbliche e dei mezzi di informazione, per poi scomparire subito dopo».

Una vena polemica

Le parole di Perazzo non mancano di una vena polemica. Il suo scritto prosegue però domandandosi lo stato dei fatti, al momento, in tema di rischio idrogeologico: «Quale è la situazione della Valle Belbo a distanza di 25 anni dall’ultimo evento alluvionale?». L’ex Assessore offre il suo punto di vista, senza però scordare quelle che a suo dire sono le maggiori criticità: «Per fortuna molto lavoro è stato fatto per mettere in sicurezza il nostro territorio, ma molto rimane da fare, anche perché il cambiamento climatico ci pone davanti alla necessità di rivedere le difese idrauliche e la nostra rete fognaria, alla luce di eventi sempre più estremi, dove le precipitazioni sono sempre di meno, ma sempre più intense, racchiudendo in poche ore, quello che una volta sarebbe avvenuto in settimane o mesi».

Manca la seconda cassa di espansione

Perazzo punta il dito su quella che ritiene una carenza specifica dal punto di vista della prevenzione: «Il piano di manutenzione ordinaria su base triennale, tanto studiato e agognato continua a mancare per cronica carenza di fondi e le solite difficoltà burocratiche. Manca anche almeno un’opera strutturale, quale la seconda cassa di espansione sul Belbo, prima dell’abitato di Nizza Monferrato, oppure opere alternative che abbiano la capacità di ridurre il flusso del torrente in caso di piena e nessuno pare preoccuparsene».

Predisporre le opere per ridurre il rischio

Prosegue l’ex Assessore rievocando alcuni eventi amministrativi recenti, includendo un suggerimento relativo all’attuale panorama politico alla guida della regione: «Perché i comuni della Valle Belbo che dopo l’evento alluvionale avevano siglato una convenzione per la messa in sicurezza del territorio, gli stessi che insieme alla regione Piemonte e alle province di Alessandria, Asti e Cuneo avevano creato il Contratto di Fiume del torrente Belbo, sfruttando la presenza di almeno tre assessori regionali del territorio non riprendono in mano la questione alluvionale, chiedendo alla Regione Piemonte in primis, ma anche ad AIPO, di predisporre gli studi e le opere necessarie alla riduzione del rischio nella Valle Belbo?».

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