Una nuova querelle è scoppiata tra il gruppo consiliare di Uniti si può e l’Asl AT riguardo la copertura delle quote sanitarie per gli anziani non autosufficienti ricoverati nelle Residenze sanitarie assistenziali (Rsa). Uniti Si Può ha presentato un’interpellanza all’amministrazione comunale di Asti denunciando una presunta «inadempienza dell’Asl nell’erogazione delle quote sanitarie», con gravi conseguenze economiche per le famiglie.
Dalla lista civica ricordano che le prestazioni socio-sanitarie erogate dalle Rsa a favore di soggetti non autosufficienti rientrano nei Livelli essenziali di assistenza (LEA) e la quota sanitaria delle rette dovrebbe essere sostenuta dal Servizio sanitario regionale tramite l’Asl competente. Il gruppo sottolinea che il Piano delle Attività Integrate 2024–2026 dell’Asl evidenzia «che nel 2023 sono state rilasciate solo 817 impegnative di residenzialità, a fronte di ben 1.903 posti autorizzati e accreditati nel territorio dell’Asl AT».
Uniti si può evidenzia che «solo il 29% dei posti accreditati ha ricevuto copertura sanitaria», mentre ben «il 71% dei ricoverati si trova a pagare l’intera retta privatamente», configurando una «violazione palese dei propri diritti». Il mancato riconoscimento della quota sanitaria in questi 1.086 casi comporterebbe una spesa a carico dei cittadini o delle loro famiglie pari a circa 19,5 milioni di euro l’anno, stimando una quota sanitaria forfettaria di 1.500 euro/mese. Il gruppo denuncia che tale situazione genera «disparità, diseguaglianza e pressione economica», compromettendo i principi di equità e universalità del Servizio sanitario pubblico. Per questo motivo chiede al Comune di intervenire verso l’Asl AT e la Regione Piemonte per sollecitare l’attuazione dei Lea e l’estensione della quota sanitaria a tutti gli aventi diritto. Chiesta anche l’attivazione di un tavolo di confronto interistituzionale, che coinvolga anche i Comuni limitrofi, le associazioni familiari e i gestori delle strutture Rsa «per affrontare in modo sistemico una questione che assume dimensioni allarmanti per l’intero territorio astigiano».
La replica dell’Asl: fabbisogno diverso dai posti accreditati e spesa in aumento
Ma di ben altro avviso è la Direzione sanitaria dell’Asl che ha subito risposto alle osservazioni mosse da Uniti si può affermando di essere l’Azienda sanitaria con il maggior numero di posti letto accreditati in Rsa nel contesto regionale. Al 3 luglio risultano 2.048 posti accreditati, corrispondenti al 3,84% della popolazione residente ultra65enne, superando il target regionale del 3%. Con ulteriori 113 posti in attesa di accreditamento, la percentuale sale al 4,05%, evidenziando un’eccedenza di 560 posti rispetto al fabbisogno teorico.
Dall’Asl chiariscono tuttavia che «il fabbisogno assistenziale non è assolutamente dato dal numero di posti letto accreditati, ma dalle domande valutate positivamente dall’Unità di Valutazione Geriatrica (Uvg)» e che il cittadino ha diritto al riconoscimento della quota sanitaria solo dopo il parere favorevole dell’Uvg, che considera sia la “non autosufficienza” sanitaria sia la condizione socio-economica. Per questo l’Asl sostiene che l’attuale offerta di posti letto accreditati sia «di gran lunga superiore al bisogno accertato dall’Uvg».
Guardando ai numeri, l’Asl riporta che ad oggi risultano idonei per il convenzionamento in Rsa (che prevede la copertura del 50% della retta a carico dell’Azienda sanitaria) 554 anziani, di cui 33 urgenti. Attualmente, sono 610 gli anziani non autosufficienti che già usufruiscono della convenzione per il pagamento della retta. Nel 2024 la spesa sostenuta per la residenzialità anziani è stata di 9,5 milioni di euro, con un incremento di oltre 1 milione di euro rispetto all’anno precedente. Per il 2025, lo stesso budget del 2024 è stato riconfermato grazie a «drastiche riduzioni di spesa su altri capitoli di bilancio», considerando la «delicata situazione di equilibrio economico-finanziario regionale».