Molti residenti di Viatosto e Valmanera si sono radunati, martedì, per affrontare l’allarmante escalation di furti e tentativi di intrusione nelle abitazioni. La riunione, organizzata al circolo Il Nuovo Rifugio per ottenere risposte e impegni concreti dalle istituzioni, ha visto la presenza dell’assessore comunale alla Sicurezza Luigi Giacomini e del consigliere regionale Sergio Ebarnabo, entrambi esponenti di Fratelli d’Italia. Presenti anche numerosi consiglieri comunali. L’ondata di furti, avvenuta nella notte tra il 16 e il 17 novembre, è durata ore iniziando verso sera e protraendosi fino alle prime luci dell’alba, secondo una testimonianza intorno alle 5. I racconti dei cittadini hanno evidenziato l’audacia e la professionalità dei criminali che, per nulla improvvisati, avrebbero agito dalla canonica alle case più isolate dividendosi in due gruppi.
Una residente ha raccontato che i ladri sono giunti da lui alle 18.30: «Sono arrivati con mia mamma in casa, hanno scavalcato la recinzione e sono entrati in casa; ho trovato una sedia sotto la finestra della cucina, poi hanno scavalcato il balcone e sono penetrati in camera mia rompendo un vetro». Un altro cittadino, che è tornato a casa alle 17, ha raccontato che i malviventi hanno bloccato la porta blindata dall’interno dell’abitazione del piano superiore: «Le forze dell’ordine hanno dovuto tagliare un pezzo dalla porta per poter entrare». Un terzo testimone, residente a Viatosto, ha invece detto di essersi accorto della presenza dei banditi in piena notte: «Da me sono passati alle 2.50; ero sul divano, si è attivata la telecamera e mi sono subito allarmato vedendo dal monitor che erano in tre». Poi c’è chi ha involontariamente messo in fuga gli intrusi, questa volta intorno alle ore 23, chiudendo le persiane per andare a dormire. In questo modo ha evitato di essere ripulito.
Durante il racconto delle vittime c’è chi ha fornito un particolare che renderebbe, se confermato, la situazione ancora più drammatica: «Posso dirvi che erano armati perché nel video del sistema di sicurezza c’è uno di questi intrusi che cammina come se nascondesse una pistola in tasca». Vittima “eccellente” è stato don Giancarlo Iraldi, parroco di Viatosto. I banditi sono entrati nella canonica tra le 19.40 e le 20:50. «Nel campanile hanno sradicato tutto il sistema di allarme – ha raccontato – Per rompere la cassaforte del campanile hanno prima rubato un flessibile da una casa vicina, hanno neutralizzato la videosorveglianza, smontato il terminale delle telecamere e portato via la memoria dov’erano registra le le immagini». Dalla canonica sono stati rubati alcuni oggetti sacri e cibo dal frigorifero, ma è il senso di paura lasciato quella notte che ha obbligato i residenti a fare alcune riflessioni sulla mancanza di pene certe.
«Se le forze dell’ordine prendono i ladri, cosa succede? Niente – hanno concordato i più – Bisogna metterli in galera, ma non lasciarli lì a dormire: devono lavorare per riparare il danno inflitto agli altri». Che la situazione sia tesa è un dato di fatto, quindi non stupiscono le parole di chi ha invocato l’uso dei forconi, delle armi da fuoco in una sorta di giustizia fai da te. Rimedi contestati dai rappresentanti delle istituzioni, ma che la dicono lunga sulla sfiducia dei cittadini nello Stato.
Ebarnabo: «Chiediamo alla prefettura e alle forze dell’ordine di andare a prendere chi ha compiuto questi reati»
Dopo aver ascoltato le numerose testimonianze dei presenti, l’assessore alla Sicurezza Luigi Giacomini ha riconosciuto che «la sicurezza non dev’essere uno slogan politico» e ha insistito sull’importanza della collaborazione civica e delle denunce, o semplici segnalazioni, che «fanno statistica e al tavolo della sicurezza permettono di definire le frazioni come “area sensibile”». L’assessore ha ricordato quanto sia fondamentale attivare progetti come il Controllo di Vicinato, che a Viatosto è già presente, per segnalare movimenti, persone o auto sospette: «Fatto come si deve è fondamentale, al di là dei cartelli che il Comune installa e che sono un deterrente. La chat del Controllo del Vicinato serve per segnalare movimenti sospetti, ma anche per far sì che venga ricostituita quella sorta di Circoscrizione che non c’è più. Quando si parla di sicurezza, molte volte i graduati delle forze dell’ordine vanno a dire che bisogna aumentare la “percezione”: secondo me la sicurezza c’è o non c’è». L’assessore ha però voluto ribadire che «la polizia municipale non ha funzione di ordine pubblico perché è un compito che spetta a questura, carabinieri e guardia di finanza con a capo il prefetto».
Ancora più diretto è stato il consigliere regionale Sergio Ebarnabo: «Come Regione siamo disponibili, per quello che si può, a fornire le risorse utili al Comune di Asti da impiegare nei protocolli della sicurezza. È utile la petizione che state firmando perché, in questo modo, chiediamo con forza alla prefettura e alle forze dell’ordine di andare a prendere chi ha compiuto questi reati. Bisogna che, senza fretta o con fretta, lo facciano perché questi sono professionisti del furto nelle abitazioni, non sono allo sbaraglio, sanno perfettamente cosa devono fare. Di conseguenza sono sempre gli stessi che sono venuti a rubare qui e prima ancora a Maretto: sono organizzatissimi, sanno dove andare a colpo sicuro. Bisogna che la questura e la prefettura facciano il loro lavoro, che diano una risposta».
Dai consiglieri di minoranza l’idea di bandi regionali per finanziare i sistemi di sicurezza privati, ma c’è chi chiede l’invio dell’esercito
Da parte dei consiglieri comunali di minoranza sono arrivate proposte di vario genere per affrontare il tema della sicurezza nelle frazioni. Vittoria Briccarello (Uniti si può) ha suggerito alla Regione l’adozione di un bando che copra fino al 75% dei costi per l’installazione di sistemi d’allarme privati, citando l’esempio del Friuli Venezia Giulia dove un bando simile è stato realizzato; Mario Malandrone (Ambiente Asti), insieme al consigliere Luciano Sardo Sutera (Pd), ha offerto la disponibilità dell’opposizione di votare uno o più emendamenti, in sede di discussione di bilancio, per stanziare più soldi alle frazioni su sicurezza, illuminazione e servizi.
Anche la consigliera Maria Ferlisi (Pd) si è fatta portavoce delle richieste dei residenti chiedendo all’assessore di dare le risposte attese. Per il consigliere Roberto Venturini (Fratelli d’Italia), è invece difficile pensare che la Regione possa finanziare i sistemi di sicurezza dei privati: «La responsabilità è delle bande di delinquenti che purtroppo abbiamo lasciato proliferare in Italia – ha detto – Metà dei delinquenti di mezzo mondo sono venuti qua perché eravamo bravi, lasciavamo le chiavi nella porte». Una proposta è arrivata dal consigliere Roberto Migliasso (Asti Oltre): «Suggerisco all’amministrazione comunale di farsi portavoce con il governo per chiedere la presenza dell’esercito, come succede in altre città dove i militari sono impiegati anche nell’ordine pubblico». Esercito che lo stesso assessore Giacomini vedrebbe con favore ad Asti, ma che ha già provato a richiedere in passato, senza successo.
Intanto all’amministrazione comunale è stato chiesto di fare la sua parte per garantire servizi di base ai residenti delle frazioni, a cominciare da una maggiore illuminazione pubblica, aggiustando i pali della luce che non funzionano, da tempo, nella zona centrale di Viatosto e mettendone altri sulla strada in direzione di Valmanera. Necessario anche ripristinare una telecamera anticrimine abbattuta mesi fa e magari metterne altre. Molti residenti hanno chiesto l’installazione della fibra o di altra copertura internet tramite i ripetitori 5G. «Se in casa non ho internet non posso neanche installare un impianto di videosorveglianza» ha rimarcato un signore seguito da un vicino che, per dare l’idea della situazione, ha spiegato: «Per chiamare con il telefonino devo uscire in cortile altrimenti non prende».
[foto Billi]