Cerca
Close this search box.
termovalorizzatore di torino
Attualità
Ambiente

Oggi la Giunta Rasero voterà la candidatura di Asti a ospitare a Quarto il secondo termovalorizzatore del Piemonte

Inizia l’iter, dall’esito per nulla scontato, che sarebbe alternativo all’aumento di una nuova linea di incenerimento all’impianto del Gerbido di Torino

La decisione è stata presa dopo un ultimo confronto in maggioranza al termine del Consiglio comunale di giovedì sera: il Comune di Asti si candiderà per ospitare il secondo termovalorizzatore del Piemonte dopo quello già esistente al Gerbido di Torino. La delibera di Giunta sarà votata oggi a mezzogiorno e darà il via a una candidatura spinta da una volontà politica dell’amministrazione comunale di centrodestra, ma che va al di là dei colori politici, dal momento che a Torino, undici anni fa, fu invece il centrosinistra ad appoggiare il progetto dell’impianto attualmente in uso.

Mentre a Torino c’è chi chiede di ampliare con una quarta linea la capacità di incenerimento dell’attuale termovalorizzatore, ad Asti si tenta la carta di una candidatura dall’esito per nulla scontato, tenuto conto del rapporto costi/benefici nel costruire un impianto ex novo che dovrebbe stare in piedi, dal punto di vista economico, bruciando almeno 300.000 tonnellate di rifiuti l’anno. Numero che, l’eventuale nuovo termovalorizzatore di Asti, nel caso fosse costruito, potrebbe raggiungere solo importando grandi quantità di rifiuti da incenerire.

Si sa che il terreno candidato a ospitare il nuovo termovalorizzatore è a Quarto, nella zona industriale e non lontano dagli impianti di Gaia. Un terreno di circa 50.000 mq su cui, però, ci sarebbero altri progetti potenzialmente interessati ad atterrare. «In passato abbiamo visitato il termovalorizzatore di Torino, visto l’impianto, abbiamo sentito persone che vivono vicino e ascoltato amministratori del territorio che ci hanno spiegato i vantaggi di un termovalorizzatore – commenta il sindaco di Asti Maurizio Rasero – Poi, sul caso, c’è stato un blocco perché la Regione ha tergiversato dovendo andare al voto».

Il Partito Democratico ha già detto no al fatto che «l’Astigiano diventi la pattumiera del Piemonte». «Nessuno aveva discusso di questa proposta nelle sedi istituzionali, né sono stati presentati studi sui costi e benefici di un’opera simile – commenta la segretaria provinciale del Pd Elena Accossato – Come Partito Democratico, riteniamo che la vocazione di Asti e della sua provincia non sia quella di diventare la pattumiera del Piemonte, con decine di camion ogni giorno che, provenienti da altre parti della regione, arriverebbero ad Asti per trasportare rifiuti da bruciare. Questo peggiorerebbe ulteriormente il traffico cittadino e i già critici livelli di inquinamento dell’aria, che a Asti sono tra i più alti in Italia. Inoltre, chi entra in città da Asti si troverebbe di fronte a un camino per lo scarico dei fumi, alto 100 metri, equivalente a un palazzo di venti piani. Abbiamo provato a immaginare questa realtà, come mostrato nelle immagini, e il risultato è tutt’altro che rassicurante».

Anche Uniti si può, Ambiente Asti e il Movimento Cinque Stelle, come i Verdi, hanno già detto di essere pronti a dare battaglia contro l’arrivo dell’inceneritore. Come la prenderanno i cittadini di Quarto è un’altra faccenda, ma è possibile che vorranno dire la loro, considerato che alcuni anni fa, quando iniziò a girare l’ipotesi di un possibile trasferimento del campo rom in zona Quarto, si alzarono le barricate contestando all’amministrazione il fatto di essere già penalizzati con la presenza del carcere di massima sicurezza. Un eventuale termovalorizzatore, per quanto remoto e solo ipotetico (per ora), quale reazione scatenerà?

[nella foto il termovalorizzato del Gerbido di Torino]

Condividi:

Facebook
Twitter
WhatsApp

Le principali notizie di Asti e provincia direttamente su WhatsApp. Iscriviti al canale gratuito de La Nuova Provincia cliccando sul seguente link

Una risposta

  1. Si va ad aggiungere all’azienda per la produzione di bitume d’asfalto già presente nella piana di Quarto che da 4 anni appresta l’aria e di cui nessuno parla nonostante le denunce della cittadinanza.
    Vivo a Quarto, il carcere non ha mai dato nessun problema, invece questi camini è lecito pensare che ci avvelenino lentamente.
    Intanto di viali alberati o ciclabili per collegare la periferia alla città nemmeno l’ombra.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *


Il periodo di verifica reCAPTCHA è scaduto. Ricaricare la pagina.