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Attualità

L’Olocausto visto dai bambini

Rap, poesie, danza e un finale diverso del Diario di Anna Frank per la Giornata della Memoria che aveva per tema l’Olocausto visto dai bambini

L’Olocausto e l’orrore visto con gli occhi di un bambino

Olocausto vissuto dai bambini. «Il lavoro fatto dai ragazzi e presentato oggi, non è solo un inno alla memoria, ma un modo profondo di difendere la nostra vita»: commosse e importanti le parole che il Prefetto di Asti, Paolo Formicola, ha dedicato alle centinaia di ragazzi delle ultime classi delle elementari di numerose scuole astigiane che ieri mattina, al Teatro Alfieri, hanno onorato la Giornata della Memoria.
Un appuntamento organizzato da Prefettura, Israt e Provveditorato Agli Studi per tramandare alle generazioni più giovani non solo la nozione del ricordo di quanto accadde nei terribili anni dell’Olocausto, ma anche per trasmettere i valori etici che rappresentano i naturali antidoti a quell’orrore.

Le scuole che hanno aderito

Tante le scuole che hanno aderito all’invito e molto diverse fra loro le performance dei ragazzini.
Dai passi degli allievi della scuola di danza Orsolina 28 di Moncalvo ai testi e ai canti delle scuole Goltieri e Gramsci.
Bambini che hanno idealmente dedicato una poesia ad Anna Frank, il cui Diario è diventato una pietra miliare del ricordo della Shoah.
Il tema di quest’anno, infatti, era l’Olocausto visto con gli occhi dei bambini verso coloro che bambini lo erano durante le deportazioni.

Una giornata particolare

In una “giornata particolare”, i bambini chiedono di poter giocare, studiare, essere protetti ed amati, ed ancora pace, amore, amicizia, altruismo e, un po’ a sorpresa ma non troppo, anche il lavoro per gli adulti. Piccoli saggi che hanno capito come anche la giustizia sociale ed economica sia un importante deterrente a diseguaglianze e soprusi che possono sfociare in fenomeni molto più pericolosi.
Non potevano mancare i bambini della scuola astigiana Anna Frank che hanno affidato alla voce dell’attrice Patrizia Camatel finali diversi inventati per la storia della tredicenne deportata. Ovviamente tutti finali felici e pieni di poesia, romanticismo e fantasia.

Il rap per ricordare l’orrore

Sempre i ragazzi della Anna Frank hanno cantato “Raro come un diamante” un moderno rap che rappresenta un inno all’amicizia.
Con un salto temporale, i bambini della scuola di Monale si sono immaginati l’Olocausto ai giorni nostri, sempre dalla parte dei più piccoli e ne sono usciti pensieri di grande commozione.
La pluriclasse di Dusino e la quinta della scuola Cagni hanno letto testi mentre scorrevano immagini dell’Olocausto. E poi ancora le scuole di Villanova e quella di Costigliole con una singolare installazione artistica fatta con cassette di cartone a comporre due puzzle: uno colorato della vita in pace e uno in bianco e nero con il filo spinato.

L’emozione della professoressa Maria Debenedetti

Canti ebraici dei piccoli hanno emozionato il pubblico e soprattutto la professoressa Maria Debenedetti, presente in sala.
A chiudere la sezione dedicata alle scuole, Edwin Peirone, studente di architettura e danzatore per passione.
La cerimonia si è conclusa con la consegna della Medaglia d’Onore a Mery e Roberto Beccio, figli di Eugenio, reduce da due anni di internamento in un lager tedesco.

Daniela Peira

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