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Ospedale di Asti, Nursind: «Avevamo chiesto che il “gabbiotto” fosse usato come filtro di sicurezza per chi va al Pronto Soccorso

Dopo l’assegnazione del basso fabbricato alla Fondazione Astigiana per Salute

«Non vuole essere assolutamente una critica contro l’opera meritoria della Fondazione Astigiana per la Salute, però ci stupisce la scelta dell’Asl di assegnare come sede il “gabbiotto” sulle rampe di entrata ed uscita dal Pronto Soccorso. Potevano trovare altri locali da dare per la loro attività». Con l’amaro in bocca è il segretario astigiano del sindacato sanitario Nursind, Gabriele Montana, a parlare a poche ore dal taglio del nastro che ha sancito finalmente l’utilizzo del piccolo e basso fabbricato a fianco del Cardinal Massaia.

«Sono andato a rivedermi i progetti originali e quella è indicata come “garitta di ingresso” e dunque aveva già una funzione di filtro per chi si reca al Pronto Soccorso. Io capisco – prosegue Montana – che fino a qualche anno fa la pericolosità del Pronto fosse così bassa da non necessitare di un controllo, ma oggi la situazione è notevolmente peggiorata».

Ricordando l’ultima aggressione avvenuta pochi giorni fa, dove a farne le spese sono state due guardie giurate e una dottoressa di turno, il segretario Nursind ricorda di aver fatto già una proposta all’Asl di utilizzo della “garitta”.

«Se lì fosse possibile avere delle guardie notte e giorno che tengono la sbarra abbassata facendo passare ovviamente le ambulanze e i mezzi di soccorso senza blocco ma fermando invece chi al Pronto ci arriva con mezzi propri, sono sicuro che sarebbe un deterrente valido per non far entrare chiunque. L’idea di ospedale totalmente aperto che serpeggia da troppi anni, fa sì che il primo controllo di chiunque abbia cattive intenzioni, è l’infermiera di triage del Pronto Soccorso. Quindi già dentro la struttura e con personale sanitario».

Arrivando a riformulare la proposta all’azienda sanitaria: «Perché, visto che è stato riattato, non si può pensare di utilizzare il gabbiotto in “convivenza” fra guardie e Fondazione?».

Replica dell’Asl: «Un presidio lì non sarebbe utile perchè gli scatti di ira si verificano a contatto con i sanitari e non è possibile prevenirli alla rampa»

In merito alle dichiarazioni stampa del sindacato Nursind relative alla proposta di riattivare la guardiola sulla rampa di accesso al Pronto Soccorso, il Direttore Generale dell’Asl At, Giovanni Gorgoni, risponde:

«Ringraziamo il segretario del Nursind, Gabriele Montana, per la proposta che abbiamo immediatamente approfondito e analizzato con il supporto di dati. 

Le aggressioni (fisiche e/o verbali) a personale sanitario risultano complessivamente in calo: i 29 casi registrati nel 2022 sono scesi a 13 nel 2025. Gli episodi che si sono verificati al Pronto Soccorso negli ultimi dieci mesi sono 3: sono tutti a carico di soggetti già noti alla nostra struttura e alle Forze dell’Ordine che non sono soliti accedere alla struttura passando per la rampa di accesso automobilistica. 

La casistica registrata segnala che gli scatti d’ira di norma accadono nel momento in cui viene avviene il confronto diretto con i sanitari, al triage o al momento della visita, e molto difficilmente verrebbero anticipati al primo “filtro di accesso” in sede di accesso con un’eventuale auto. 

Come abbiamo riferito al Tavolo convocato ieri dal Prefetto di Asti, ci piace pensare che il calo delle aggressioni sia merito dell’attuale protocollo di sicurezza, sviluppato con la cabina di regia della Prefettura, che si fonda sulla sinergia tra guardie giurate, Questura e sistema di telecontrollo attivato con i nuovi dispositivi in dotazione al personale.

Tre intollerabili episodi di violenza non mi paiono indice di una situazione allo sbando, ma stiamo lavorando per migliorare ulteriormente la tutela dei pazienti e di tutti gli operatori: stiamo rivedendo la sicurezza di tutti i varchi pedonali dell’ospedale e la prassi di accesso notturno alla hall con un rinforzo di vigilanza.

Un supplemento di vigilanza in una garitta lontana da tutti i varchi pedonali aggiungerebbe solo un costo improduttivo in tempi in cui dobbiamo dare il più alto valore a ogni euro speso.

Attualmente spendiamo in vigilanza 400 mila euro l’anno, l’equivalente di quasi dieci infermieri. Un servizio h24 di controllo di quel varco automobilistico costerebbe a tariffe attuali 244.000 euro l’anno.

Parliamo della stessa cifra che la Fondazione Astigiana per la Salute del Territorio  – a cui l’Asl AT ha concesso in comodato i locali inaugurati ieri – ha già raccolto per le attrezzature donate al Cardinal Massaia e sono in corso nuove campagne di raccolta fondi a favore dei nostri presidi sanitari e dei nostri servizi».

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