Servono circa 28 milioni di euro per completare il presidio sanitario della Valle Belbo, il cantiere al momento fermo in regione Boidi a Nizza Monferrato e destinato a far da riferimento per i servizi
Servono circa 28 milioni di euro per completare il presidio sanitario della Valle Belbo, il cantiere al momento fermo in regione Boidi a Nizza Monferrato e destinato a far da riferimento per i servizi sanitari in tutto il sud Astigiano. «Finalmente, dopo varie vicissitudini, abbiamo idee precise su come sarà portata a termine l'opera ?- annuncia il sindaco nicese Flavio Pesce ?- L'ASL Asti, con apposita delibera dei primi giorni del 2016, accende con il permesso della Regione Piemonte un mutuo per un valore di circa 10 milioni di euro. I restanti 18 milioni, pur sperando in un ulteriore intervento economico da parte dell'ente regionale, arriveranno tramite la scelta di una costruzione in concessione, con gara d'appalto per concessione a privati della gestione di posti letto per la continuità assistenziale a valenza sanitaria (CAVS) e di un hospice per la lungodegenza».
Da definire le modalità della convenzione e la sua durata, ma i tempi secondo la dirigente sanitaria dell'ASL astigiana Ida Grossi sono già definiti: «Entro la fine del 2016 ci aspettiamo la chiusura della gara d'appalto, la struttura dovrebbe venire terminata per dicembre 2018». La buona notizia per chi vive in Valle Belbo è che il nuovo presidio, almeno secondo i piani, ospiterà un Punto di Primo Intervento attivo sulle 24 ore. Vi verranno collocati i servizi specialistici ambulatoriali distrettuali al momento in funzione all'ospedale Santo Spirito di Nizza o altrove: poliambulatorio polispecialistico per visite e diagnostica, radiologia (tac, ecografie, rx tradizionale, mammografia e screening mammografico), RRF, dialisi ad assistenza limitata, centro di salute mentale e centro diurno, oltre a front office per il cittadino e uffici di coordinamento.
In quanto "ospedale di comunità", primo nell'area piemontese, la prospettiva è inoltre quella di sperimentare le nuove forme di assistenza sanitaria territoriale con il coinvolgimento dei medici di medicina generale. Soddisfatto il sindaco di Asti Fabrizio Brignolo: «Stiamo dimostrando come, quando tutti i comuni della provincia si muovono in maniera compatta, si possono ottenere ottimi risultati come questo, a favore dell'equilibrio territoriale».
Più scettico il sindaco di Canelli Marco Gabusi: «Non ci sono impegni concreti. Il Piano di Assistenza Territoriale indica soltanto la predisposizione di un piano finanziario per la realizzazione dell'opera, anche attraverso ricorso a forme di indebitamento fino alla concorrenza massima di 10 milioni di euro; ma ne mancano all'appello 18 milioni. Non vorremmo che per far fronte a una scarsa programmazione si destinassero altri 10 milioni di soldi pubblici senza avere la certezza che il progetto possa avere una funzionalità ben definita. Attendiamo entro il 31 gennaio dall'ASL e dalla Regione una definizione più chiara degli obiettivi e degli impegni finanziari conseguenti».
Fulvio Gatti