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Attualità

L’ospedale di Nizza
finisce alla Corte dei conti

Un esposto alla Procura della Corte dei Conti di Torino sul progetto, al momento fermo, del presidio ospedaliero della Valle Belbo, per ripercorrere le vicissitudini che hanno portato allo stop del

Un esposto alla Procura della Corte dei Conti di Torino sul progetto, al momento fermo, del presidio ospedaliero della Valle Belbo, per ripercorrere le vicissitudini che hanno portato allo stop del cantiere e chiedere alle autorità competenti di fare luce sulla vicenda. A presentarlo, nei giorni scorsi, è stato un gruppo di esponenti regionali e nazionali del Movimento 5 Stelle, ovvero il parlamentare Paolo Romano, il consigliere regionale Paolo Mighetti, i consiglieri comunali canellesi Alberto Barbero e Massimiliano D'Assaro e l'attivista nicese Antonio Pellettieri, che così commentano: «A oggi si calcola che siano stati spesi 11,5 milioni di euro pubblici. L'approvazione del progetto risale al 2007: da allora si sono succedute numerose varianti, con incremento di costi rispetto a quanto originariamente previsto; ma l'unico risultato è che l'ospedale, oggi, è una vera e propria cattedrale nel deserto, anzi su una falda acquifera».

Il gruppo punta inoltre il dito su un precedente annuncio di un simile ricorso alla magistratura, poi non concretizzatosi: «L'assessore regionale alla sanità aveva accennato al proposito di un esposto alla Corte dei Conti, del quale però a oggi non si ha alcuna notizia. Perciò abbiamo provveduto noi». Nell'ottobre 2013 il Movimento 5 Stelle aveva fatto richiesta ufficiale di accesso al cantiere della costruenda struttura in regione Boidi a Nizza Monferrato. Ne era seguita un'ispezione e, già allora, il deputato Paolo Romano aveva segnalato la problematica della scelta del terreno. Così commenta oggi: «Dai documenti è emerso che a suo tempo tutti sapevano della falda acquifera. Era inoltre chiara la necessità di ulteriori verifiche, ma i lavori partirono ugualmente. Oggi, con il cantiere fermo, pensiamo sia un caso evidente di danno erariale. Rimane da capire se sia stato a causa di inettitudine, o se ci sia dolo».

Il consigliere regionale Paolo Mighetti accenna al consiglio comunale pubblico svoltosi a Nizza, alla notizia della rescissione del contratto con la ditta appaltatrice: «Sono rimasto stupito dal possibilismo di molti amministratori locali. Si è conservato per troppo tempo l'errato presupposto secondo cui sarebbe stato sufficiente veder completata la struttura in regione Boidi, affinché vi fossero inseriti i contenuti. Ma ormai le cose sono cambiate: le riforme sanitarie vengono fatte a Roma, dove non tengono conto delle necessità sanitarie dei singoli territori perché, semplicemente, non le conoscono. Così tra Acqui Terme, Ovada e Nizza rimangono un ospedale di territorio, una specie fantasma e un cantiere incompleto».

Fulvio Gatti

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