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Ottolenghi, una “cera” per l’illustre astigiano
Attualità

Ottolenghi, una “cera” per l’illustre astigiano

Ma ad Asti Asti continua a non esserci alcuna attenzione verso il concittadino che è considerato il padre indiscusso della polizia scientifica

In un’epoca in cui la Polizia Scientifica è una delle scienze investigative più citate e scandagliate con ampie ribalte sulle trasmissioni di infotaiment nazionali, Asti non sembra dare grande peso al concittadino che ne è considerato il padre indiscusso.

Così, mentre Asti quasi se lo dimentica (o almeno non lo celebra da anni né ne promuove la figura attraverso canali scientifici specialistici), Roma dedica a Salvatore Ottolenghi un tributo molto speciale e prestigioso: una statua al Museo delle Cere di Roma.

Inaugurata nei giorni scorsi, la statua di cera riproduce il medico e scienziato astigiano seduto in quella che è l’esatta ricostruzione del suo laboratorio medico.

Alla cerimonia è intervenuto anche il Capo della Polizia Franco Gabrielli a dimostrazione del fatto che chi lavora nelle forze dell’ordine ha ben presente l’importanza del lavoro di Ottolenghi per dare nuovi strumenti scientifici agli investigatori.

Nato nel 1861 ad Asti (dal padre Raffaele e dalla madre Orsolina Sacerdote, attiva nella comunità ebraica locale), il medico e scienziato astigiano è stato il primo a mettere in correlazione i delitti con le prove adeguatamente raccolte e il profilo criminologico dei sospettati. Un precursore della criminologia, altro settore d’ambito particolarmente gettonato negli ultimi anni, promosse la Scuola di Polizia Scientifica istituita nel 1903.

Una passione, quella per la criminologia e la medicina legale, che nacque negli anni degli studi universitari quando, nel ruolo di assistente, lavorò a fianco del notissimo criminologo Cesare Lombroso.

Dopo l’ottenimento della cattedra di medicina legale a Siena, si trasferì a Roma dove creò ed organizzò la Scuola di Polizia Scientifica.

Di pari passo alla sua carriera universitaria, decollò anche quella “operativa” a partire dall’istituzione dei gabinetti di polizia scientifica in tutte le questure e l’introduzione del cartellino segnaletico, un nuovo metodo di classificazione delle impronte digitali, il segnalamento e l’identificazione e il casellario centrale d’identità.

Non meno importante la sua attività divulgativa visto che fu sempre Ottolenghi a dare inizio alla pubblicazione del Bollettino della Scuola di Polizia Scientifica per finire al suo Trattato di Polizia Scientifica, editato nel 1931 dall’altissima caratura di contenuti.

Fra i suoi collaboratori più validi un altro piemontese, “vicino di casa”, il dottor Giovanni Gasti originario di Castellazzo Bormida.

Avvocato, divenne funzionario di Pubblica Sicurezza e grazie agli insegnamenti di Ottolenghi sviluppò un sistema di classificazione dattiloscopica che ancora oggi porta il nome di Sistema Gasti ed è stato mutuato dalle Polizie di molte altre nazioni.

Daniela Peira

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