Francesco Peraino è diventato Rettore della Cattedrale nel 2001, succedendo a Luigi Rescinito. Tredici anni alla guida del Comitato bianco-azzurro, durante i quali Ciccio, questo il soprannome
Francesco Peraino è diventato Rettore della Cattedrale nel 2001, succedendo a Luigi Rescinito. Tredici anni alla guida del Comitato bianco-azzurro, durante i quali Ciccio, questo il soprannome di Peraino, ha dato tutto se stesso per rinverdire i fasti del lontano 1977. In quellanno Mario Grattarola, con il purosangue Larson, trionfò sullovale di piazza Campo del Palio, regalando al Duomo lunico Drappo dalla ripresa della manifestazione.
Francesco, tredici anni di Rettorato sono tanti…
«Infatti ho deciso di farmi da parte. Non mi ricandiderò. Resterò in seno al Comitato, darò una mano, magari mi verrà chiesto di far parte del Direttivo. Ma non voglio ipotizzare nulla su quello che sarà il futuro».
Un bilancio di questo lungo periodo. Datti un voto…
«Direi sette. Ho ottenuto due terzi posti: con Claudio Bandini, che fu il mio primo fantino, e questanno con Sebastiano Murtas. Ho conquistato tutti i premi possibili della finale, eccezion fatta per Palio e monete: speroni, gallo, coccarda e acciuga».
Rimpianti per il Palio appena andato in archivio?
«Beh, sai, eravamo tra i favoriti. Disponevamo di un gran cavallo e non ti nego che un pensierino alla vittoria lho fatto. Però è andata comè andata».
Ecco, appunto. Comè andata?
«Ha vinto la Torretta, che con noi e San Secondo disponeva dei purosangue migliori. Lo ha fatto con un enorme vantaggio. Pensare che il nostro cavallo nelle corse allo stadio era arrivato per due volte davanti a quello della Torretta. Ma nel Palio il prevedibile non esiste, perchè può essere alterato da molti fattori. Non vado oltre, non dico altro».
Fantini e cavalli della tua gestione…
«Forse pecco di immodestia, ma riguardo ai cavalli posso affermare che tutti quelli da me scelti sono regolarmente andati in finale. Approfitto di questa intervista per ringraziare la commissione corsa del mio Rione, che ha svolto davvero un ottimo lavoro. Fantini? Deludentissimo Gingillo nei due anni che è stato da noi. Un elogio sincero a Murtas, molto maturato tecnicamente. Nei tre anni passati con noi ha fatto cose eccellenti. Ti confesso: ho un po di rammarico per non aver mai portato al canapo il Buce e il Coghe, i due migliori fantini visti allopera ad Asti. I risultati parlano per loro».
Grazie al tuo operato il Rione Cattedrale ha portato avanti molte iniziative…
«Il fiore allocchiello resta il Gustadom, che debuttò nel 2001, mio primo anno di Rettorato. Determinante allora fu lapporto che mi dettero Carlo Cossetta e Giorgio Bergesio. Poi limbandieramento, con totale sostituzione del materiale impiegato ed esposto, e i costumi, anchessi completamente rinnovati. Nel tempo ho lavorato con Comitati e Direttivi che sono andati via via modificandosi. A tutti i miei collaboratori e a coloro che sono stati al mio fianco devo un enorme ringraziamento. Mi piace inoltre ricordare come alla cena propiziatrice questanno fossero presenti oltre 400 persone. Quando arrivai io non si toccavano i cento partecipanti. Poco alla volta è cresciuto lo spirito di aggregazione allinterno del Comitato. Avrei voluto coinvolgere maggiormente nella vita paliesca anche la parrocchia e di questo ho parlato con don Paolo Carrer, ma non si sono visti i risultati attesi. Purtroppo, non sono riuscito a dare al mio Rione la nuova sede: pareva fosse tutto fatto un bel po di tempo fa, ma siamo ancora qui ad aspettare che lassessore Pasta ci dica qualcosa. In questi anni ho poi lavorato insieme a Paolo Ruiu e Roberto Rasero per portare le corse allo stadio».
Un accenno infine al delicato intervento chirurgico a cui hai dovuto sottoporti. Per fortuna tutto si è risolto nel migliore dei modi…
«Si è trattato di un serio problema cardiaco. Ringrazio lequipe del reparto di cardiologia dellospedale di Asti per come ha lavorato, per il comportamento tenuto e per le attenzioni che mi ha rivolto. E il mio grazie va pure a tutti coloro che mi sono stati vicini in questo difficile momento».
Massimo Elia