Nel frattempo “Velluto”, da quel gran professionista che è, continuava ad inanellare successi in tutti gli altri Palii d’Italia, lavorando duro e non arretrando di un millimetro nella convinzione che il giorno del riscatto sarebbe arrivato.
Il 17 agosto molti conti sono stati saldati. Dopo tante porte chiuse, come recita un vecchio proverbio, per Dino si è aperto un portone. A 44 anni ha probabilmente iniziato un nuovo capitolo della sua carriera paliesca. Ha saputo pazientare ed ha imparato nel frattempo a distinguere gli amici veri da quelli di facciata, riappropriandosi in tutta umiltà di quanto si era visto in precedenza togliere spesso in maniera non limpidissima.
Quali sono state, Dino, le sensazioni che hai provato quando hai alzato il nerbo e hai sentito lo scoppio del mortaretto che sanciva la tua vittoria?
«Una gioia immensa, indescrivibile a parole. Ancor oggi vivo nella contentezza e nella felicità.»
Com’è venuta a crearsi questa possibilità di montare per la Lupa?
«Negli ultimi anni, da quando Giulio è diventato Capitano (Giulio Bruni, Capitano della Contrada della Lupa, n.d.r.) un minimo di rapporto era venuto a crearsi. Nel tempo è andato rafforzandosi, piano piano. Ci poteva stare di montare oppure no. Nulla di certo. E’ andata benissimo»
Ma tu quando hai avuto la sicurezza di montare?
«Nel primo pomeriggio del giorno della Tratta.»
Tensione a mille immagino?
«Devo essere sincero? No, perchè erano state talmente tante le delusioni in questi anni che non mi stupivo più di restare a piedi.»
Sei rimasto fuori dal Palio senese per sette anni. La tua spiegazione?
«Non penso possano esserci spiegazioni, pertanto va bene così.»
Risposta sibillina quella di Dino, al quale domandiamo allora se in questi sette anni i rapporti con le varie dirigenze ci siano sempre stati….
«I rapporti sono sempre esistiti. Però quando non arrivi in fondo che ci puoi fare? Forse qualcuno riguardo a quanto ho appena detto potrebbe anche vergognarsi. La dignità e la coerenza ritengo siano aspetti importanti. Ma alcuni non sanno neppure che cosa siano. Meglio voltare pagina e avanti tutta, dai.»
Fuori dai denti: spesso a Siena hai preso pesci in faccia, Non ti è mai capitato di demotivarti.»
«Mai. Le motivazioni non devono mai mancare. Altrimenti non si raggiungeranno gli obiettivi prefissati. In tutti i Palii dove ho montato, Siena, Legnano, Asti, Ferrara, Fucecchio, Bientina, Castiglion Fiorentino e Castel del Piano ho sempre dato il massimo, senza fare graduatorie d’importanza a favore di un Palio piuttosto che di un altro.»»
Sarai il grande assente del Palio di Asti, vista la squalifica che hai rimediato….
«Sarò ugualmente presente ad Asti. Ho mantenuto eccellenti rapporti con la Cattedrale e porterò ad Asti la mia cavalla, Borghesia, che verrà montata da Silvano Mulas. Tifo sfrenato per lui e per i colori biancazzurri. La cavalla sta bene, quest’anno è arrivata seconda a Ferrara e a Feltre, dove la montavo io, è partita davanti ma il canapo le è rimasto impigliato tra le zampe e sono cascato.»
Ancora due parole sulla Lupa: come ti hanno accolto e come ti hanno festeggiato?
«Sono stati eccezionali. Mi hanno regalato cinque giorni di tranquillità assoluta. Avevamo una rivale “pesante” da affrontare ma tutto ha funzionato al meglio. Dovevamo fare due Palii in uno e li abbiamo vinti entrambi.»
Parlami di Benitos, il cavallo con il quale hai trionfato…
«Fin dalla prima prova mi sono reso conto che era un cavallo con il quale si poteva puntare a qualcosa di importante. Giulio, il Capitano mi ha detto… “se dovesse succedere di andare davanti spingi al massimo”.»
La tua stagione paliesca è conclusa?
«No, correrò ancora a Castel del Piano.»
E poi in vacanza, magari in Sardegna, dove ti festeggeranno alla grande…
«Da tre anni non andiamo a casa, è arrivato il momento di tornarci almeno per qualche giorno.»
Nelle foto, Dino Pes, trionfatore a Siena per la Lupa, ed i festeggiamenti ad Asti dopo la vittoria ottenuta con la Cattedrale.