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Attualità

Palio, Gigi Bruschelli:
«Con Tanaro intesa perfetta»

Gigi Bruschelli è un grande personaggio. Rivolgendogli alcune domande, dialogando con lui, il suo carisma emerge in maniera netta ed è immediatamente avvertibile. Grande naturalezza e semplicità

Gigi Bruschelli è un grande personaggio. Rivolgendogli alcune domande, dialogando con lui, il suo carisma emerge in maniera netta ed è immediatamente avvertibile. Grande naturalezza e semplicità nell'esporre i suoi pensieri, capacità assoluta di mettere a proprio agio l'interlocutore. Disponibilissimo. Sempre. Lo raggiungiamo telefonicamente mentre è fuori, a cavallo, e sta lavorando. Normale chiedergli di risentirci più tardi. «No, perchè? Sto a cavallo, per me è come andare in macchina. Lì uso l'auricolare, qui.. vedrò di arrangiarmi».

Via con le domande allora. In un Palio conta più la strategia oppure disporre di un buon cavallo?
«Non sarebbe sensato fare percentuali. Sono due situazioni che viaggiano in abbinata. Anzi, per certi versi si intrecciano. Un gran cavallo – afferma "Trecciolino" – fa sempre parte di una buona strategia. Ovvio che bisogna essere in grado di presentare il proprio esemplare ai Palii sempre al massimo della forma. E non guasta mai anche pizzico di buona sorte. Strategia e cavallo devono diventare un tutt'uno quando si cerca di conseguire un risultato importante.»
Non fa una grinza. Gli chiediamo se a suo parere sono i fantini a rendere grandi i cavalli o viceversa…
«Mai avuto dubbi al riguardo. E' il cavallo a portarti alla vittoria, pertanto, a mio modo di vedere, è il fantino ad essere reso famoso e conosciuto dal soggetto che monta»

Dei tuoi trionfi senesi quali cavalli porti nel cuore?
«Sarebbe facile risponderti Berio, Vittorio, Quarnero, Ivanov… Ma ho pure montato grandissimi cavalli con i quali purtroppo non sono riuscito a vincere. Qualche nome? Zilata Husa, Urban II e Careca… Grande esemplare quest'ultimo, mi torna alla mente il Palio corso nel Drago…»
Tredici trionfi a Siena, sei ad un solo Palio dal record di Aceto…. Quanto è importante per te raggiungerlo e magari addirittura superarlo nel numero di vittorie conquistate?
«Beh, se affermassi che non mi interessa raggiungere Andrea nel numero di successi ottenuti sarei un bugiardo… Nel contempo però non vivo nell'angoscia di non riuscirci. Lascio che gli eventi facciano il loro corso. Arriverà un giorno in cui dovrò appendere il frustino al chiodo e allora tirerò le somme. Se sarò riuscito nell'intento, bene, diversamente mi fermerò a quota tredici, che credo non siano comunque pochi…»

A questa domanda puoi anche non rispondere: quanto un fantino deve anche saper recitare, essere attore insomma…
«Io non ce la faccio ad essere attore. Non ce l'ho mai fatta. Non riesco a fingere e a mentire. Dovrei snaturarmi e verrei subito scoperto. Mi si legge sempre in faccia ciò che penso. Nel bene e nel male. Se qualcosa non mi va non ce la faccio a sorridere, nel contempo la mia felicità è sempre genuina, mai costruita».
Nella grande serata a Tanaro hai sorriso, spesso e volentieri. E hai stretto la mano a tutti. Da quanto hai appena detto immagino tu ti sia trovato davvero a tuo agio…
«Si, è proprio così. L'intesa col Borgo biancazzurro è perfetta. Tutto procede nel migliore dei modi. Facciamo i nostri percorsi in armonia e lavoriamo per raggiungere lo stesso obiettivo. Il tempo non manca, siamo all'inizio di aprile. Ciò non toglie che ci si guardi intorno per reperire esemplari interessanti da Palio da aggiungere a quelli già in nostro possesso».

A Tanaro non hai voluto rilasciare dichiarazioni. Per quale motivo?
«Non mi piace illudere le persone. Non parlo mai prima di un Palio, non rientra nel mio stile rilasciare dichiarazioni eclatanti magari poi non supportate dai risultati. E' molto più significativo e gratificante esprimere le proprie sensazioni a risultato acquisito».
Parliamo un po' di Asti. Quali sono stati i migliori purosangue che hai montato in piazza Alfieri? O meglio ancora, quelli con i quali avresti potuto puntare al successo?
«Il migliore di tutti è stato Northern Host, col quale raggiunsi la finale per San Martino San Rocco nel 1993. Per un problema fisico il cavallo purtroppo non potè disputarla. Ma era formidabile, imbattibile. Un cavallo eccezionale. Ebbi poi una buona opportunità nel 2002 quando andai al canapo con Ergo Song. Correvo per Moncalvo. Ci fu una caduta nella curva della mossa e finimmo giù in tre. Ecco, anche Ergo Song era un signor cavallo. E infatti poi lo dimostrò negli anni a venire»

Ieri sei stato alla riunione di corse a Monteroni?
«Si, ero presente. L'opportunità era buona per vedere all'opera sia i mezzosangue che i "puri". Qulache indicazione l'ho ricavata. Avevo alcuni esemplari della mia scuderia che correvano e il loro rendimento mi ha soddisfatto».
In ordine di tempo il primo appuntamento di rilievo che ti attende è il Palio di Fucecchio…
«Si, sarò al via per la Contrada Botteghe. Da sempre con la dirigenza esiste un ottimo rapporto e cercherò di dare il meglio. C'è la tratta, i cavalli vengono assegnati, vedremo un po'….»
Non avrai neppure l'incombenza senese di luglio… Fanno di tutto per impedirti di raggiungere Aceto, addirittura ti tolgono un Palio..
«Si, per questo giro mi hanno fermato. Dovrò per forza puntare tutte le mie chances sulla corsa del 16 agosto».
Chiusura ad Asti, il 21 settembre. A Tanaro sognano
«Immagino. Ma vincere non è mai facile e non voglio sbilanciarmi in anticipo. Un po' come nei discorsi. Prima di parlare bisogna ottenere il risultato».

Massimo Elia

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