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Pandemia Covid: le regole per un ponte di Pasqua sicuro

Ecco le novità e le indicazioni utili per chi volesse viaggiare durante il ponte del prossimo fine settimana

La prossima domenica sarà Pasqua e, dopo due anni trascorsi tra limitazioni e ferree regole antiCovid, gli italiani potranno trascorrere la loro prima lunga festività, con annesse vacanze scolastiche, fuori dall’emergenza sanitaria. Ma anche se il Governo Draghi non ha rinnovato lo stato di emergenza, il virus e la sua variante Omicron continuano a circolare, specialmente tra i più piccoli non ancora vaccinati e tra gli over 50 che non hanno aderito alla campagna. Anche per questo motivo il green pass non è stato del tutto eliminato, ma è rimasto in diversi casi specifici mentre varie regole antiCovid sull’uso della mascherina saranno ancora valide almeno fino al 1^ maggio.

Per chi si mette in viaggio

Chi dovesse mettersi in viaggio nel ponte di Pasqua dovrà quindi rispettare ancora delle regole. Si potrà salire su navi, treni o aerei producendo un certificato verde base che sarà necessario anche in ristoranti e bar al chiuso. Il super green pass obbligatorio per accedere a discoteche, teatri, cinema e concerti in tutta Italia. Nessun certificato per entrare negli alberghi o nei musei. La mascherina FFP2, che protegge largamente dal virus non solo gli altri, ma anche chi la indossa, è ancora consigliata quando si deve trascorre del tempo nei luoghi chiusi anche se sui mezzi di trasporto è sufficiente quella chirurgica. FFP2 che è ancora obbligatoria per accedere ai mezzi di trasporto.

L’ultimo report

Intanto nei giorni scorsi i vertici della Regione Piemonte hanno diffuso un report aggiornato sull’andamento della pandemia da Covid-19. Da quasi un mese i valori del Piemonte sono, insieme a quelli della Valle D’Aosta, tra i più bassi in Italia: un’incidenza di 438.8 casi ogni 100.000 abitanti (diagnosi settimana 28 marzo – 3 aprile), a fronte del valore nazionale di 811. «In Piemonte – spiegano il presidente della Regione Alberto Cirio e l’assessore alla Sanità Luigi Icardi – tutti gli indicatori ci dicono che la situazione della pandemia Covid è sotto controllo, ma l’attenzione resta alta ed il monitoraggio prosegue costantemente». L’occupazione dei posti letto ordinari dall’ultima rilevazione è del 9,2% (unica Regione con il Veneto sotto il 10%) e quella delle terapie intensive è al 4,3% (a fronte di un valore nazionale del 4,9%), mentre la positività dei tamponi è 12,1%. «Anche su questo fronte la situazione è sotto controllo, dopo un breve periodo nel quale si era registrata una modesta crescita delle degenze» aggiunge il Direttore del Dirmei di Torino Emilpaolo Manno.

Sequenziamento delle acque reflue

«Dai dati diffusi da Arpa, gli esiti delle analisi di sequenziamento delle acque reflue riferiti ai campioni dell’ultima settimana (prelevati il 28 marzo scorso nei depuratori di Castiglione Torinese, Alessandria, Cuneo e Novara) hanno evidenziato tutti la dominanza della variante Omicron BA.2 – dichiara l’assessore alla ricerca Covid Matteo Marnati – Continuano a non essere rilevate mutazioni specifiche appartenenti alla sottovariante BA.3».

Vaccinazioni

La Regione fa anche sapere che l’84,4% dei cittadini piemontesi oltre i 5 anni di età ha concluso il ciclo primario con monodose o doppia dose (il 96,2% di coloro che hanno aderito, ovvero 3,7 milioni su 4,2). La somministrazione di oltre 2,8 milioni di terze dosi pone il Piemonte in testa alla classifica delle Regioni italiane più grandi, come risulta dai dati della Fondazione Gimbe aggiornati al 5 aprile. Gli immunizzati naturalmente, cioè le persone che non hanno aderito alla campagna vaccinale, ma hanno avuto il Covid-19 negli ultimi sei mesi, sono 166.000, tra cui 47.000 tra i 5 e gli 11 anni e 38.000 over50. I non aderenti sono al momento 356.000, tra i quali 108.000 5-11enni e 105.000 over50.

I contagi provinciali

In Piemonte nel periodo dal 28 marzo al 3 aprile i casi medi giornalieri dei contagi sono stati 2678.6. Suddivisi per province risultano: Alessandria 367.6, Asti 158, Biella 84.1, Cuneo 235.6, Novara 208.7, Vercelli 84.7, VCO 116.4, Torino città 472, Torino area metropolitana 852.4.

Incidenza negli adulti

Nell’ultimo focus diffuso dalla Regione l’incidenza regionale (l’incremento settimanale di nuovi casi di Covid per 100.000 abitanti) è di 438.8, in crescita ancora contenuta (+8,1 %) rispetto ai 405.9 della settimana precedente. Nella fascia di età 19-24 anni l’incidenza è 392.1, (-3,7%). Nella fascia 25-44 anni l’incidenza è 532.8 (+7,7%). Tra i 45 ed i 59 anni si attesta a 442 (+11.1%). In quella 60-69 anni è 383.4 (+16%). Tra i 70-79 anni l’incidenza è 379.5 (+19%). Nella fascia over80 è 376.9 (+11%).

L’Ordine dei Medici invita alla prudenza

Dal 1^ aprile sono iniziate a cambiare alcune norme che, poca per volta, dovrebbero accompagnarci fuori dall’emergenza Covid. Intanto sono decaduti il Comitato Tecnico Scientifico e la struttura del Commissario Straordinario, Francesco Figliuolo, non c’è più la catalogazione in colori per le Regioni e termina anche l’obbligo di Super green pass nei luoghi di lavoro per gli over 50 (serve solo il green pass base), pur rimanendo la multa in caso di mancato rispetto dell’obbligo vaccinale fino al 15 giugno.

L’ingresso nei negozi e nei centri commerciali è ritornato libero, come negli uffici pubblici, banche e poste o bar e ristoranti all’aperto mentre al chiuso è ancora richiesto (fino al 30 aprile) un certificato verde ottenuto anche con un tampone negativo. Stessa cosa per gli eventi sportivi all’aperto; solo chi frequenta palazzetti dello sport (per assistere a partite), palestre o piscine al chiuso ha ancora bisogno del super green pass (vaccinazione o guarigione). Qualsiasi tipo di festa, cinema, teatro o concerto in locali al chiuso, necessita del super green pass; se all’aperto è richiesto solo quello base che serve anche per usare i mezzi pubblici.

Nessun obbligo invece per alloggiare in albergo o strutture simili. Il super green pass continua a essere obbligatorio, fino al 31 dicembre, solo per personale sanitario o per chi fa visita a persone ricoverate in ospedale.

Infine la mascherina FFP2: dovremo obbligatoriamente usarla in tutti i locali al chiuso fino al 30 aprile comprese le scuole dove, fino al termine dell’anno scolastico, sarà poi obbligatorio indossare le chirurgiche. Un ginepraio di regole cui si somma (per vaccinati e no), in caso di contatto con un positivo, l’autosorveglianza e l’obbligo di indossare la mascherina per 10 giorni con richiesta di tampone solo in presenza di sintomi.

Il dottor Lucia: «Fine dello stato di emergenza non significa che il virus sia scomparso»

«Attenzione però perché “fine dello stato di emergenza” – sottolinea il dottor Claudio Lucia, presidente dell’Ordine dei medici di Asti – non significa che il virus sia scomparso. Semplicemente affrontiamo questa fase con un po’ più di tranquillità perché abbiamo più conoscenza del virus e più strumenti per combatterlo. Sono assolutamente d’accordo sull’uso della mascherina nei locali al chiuso e, personalmente, avrei mantenuto anche il controllo del green pass, non fosse che per rispetto della maggioranza degli italiani che si è vaccinato. Dovremo comunque abituarci, probabilmente, ad un virus che sarà come una forma influenzale e a questo proposito – continua Lucia – ho letto che cercheranno di unire in un unico vaccino l’antinfluenzale con il sarsCov 2. Nei mesi passati – conclude infine il presidente dell’Ordine – abbiamo sempre ricevuto i report del Ministero della Salute e della Federazione Nazionale che ci aggiornavano di giorno in giorno, adesso questi studi saranno settimanali per cui il monitoraggio e i controlli della situazione continueranno».

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