È stato l’avversario di Rasero alle elezioni del 2022, a capo di una ampia coalizione, e dopo un anno anche per Paolo Crivelli (Prendiamoci cura di Asti) è tempo di fare un bilancio sul primo anno di amministrazione, ma anche sul suo operato tra i banchi della minoranza.
Qual è il suo giudizio sui primi dodici mesi del “Rasero bis”?
È stato un anno molto deludente perché all’inizio il sindaco ci aveva invitato a un dialogo costruttivo per il bene comune. Ma lui non ha la concezione della dialettica aperta e del confronto. Lui fa da solo, ma neanche così riesce ad andare veloce e purtroppo i risultati si vedono, ad esempio sul decoro della città che è davvero scarso.
Ci sono persone che l’hanno votata e che le contestano di essere sparito dai radar, di non fare quell’opposizione “dura e pura” che si aspettano da colui che avrebbe voluto guidare la città al posto di Rasero. Che cosa replica?
Io non sono spesso sui giornali né su Facebook; non sono “social” e questo lo riconosco. Però con l’opposizione lavoriamo insieme anche perché non si può essere tutti competenti e onniscienti. Ad esempio sulle barriere architettoniche, che penalizzano una fetta importante della città, abbiamo presentato un’interpellanza di tutta l’opposizione perché il Comune potrebbe attingere a fondi nazionali ed europei per levarle; non abbiamo avuto risposta.
Le contestano anche di non aver avuto un ruolo significativo in grandi battaglie, dal Pnrr al collegamento Sud/Ovest, dagli stalli blu alla questione degli ambulanti, per citarne alcuni.
Io mi interesso della commissione del Pnrr e ci troveremo per parlare anche delle scuole dal momento che non sanno ancora dove trasferire gli studenti interessati dai cantieri. Tutto questo tenuto conto che in campagna elettorale c’erano 42 grandi edifici dismessi, oggi sono 44 contando anche il Maina.
Lei punta molto al ricambio generazionale e anche la sua lista continua a guardare ai giovani che spesso, anche volendo fare politica, non sanno esattamente a quali porte bussare.
La lista “Prendiamoci cura di Asti” è viva ed è diventata un movimento civico dove ci sono persone che si interessano di macro-aree. Ad esempio sulla Sanità abbiamo pensato di avviare un ambulatorio sociale. Ma siccome anche la Pastorale sanitaria aveva in mente di fare qualcosa di simile, probabilmente collaboreremo con loro. L’importante è che vengano fuori i giovani, che aumenti la loro partecipazione alla vita politica. Con i ragazzi che hanno lavorato per la campagna elettorale ho ancora contatti, ma occorre fare il primo passo, parlare la loro lingua e dare loro lo spazio necessario con il contatto umano, non solo nei gruppi WhatsApp.
Tornando a Rasero, non c’è nulla di ciò che ha fatto che reputa una buona azione?
Gli riconosco che sul campo rom è passato da annunciare le ruspe a collaborare con l’associazione 21 luglio per integrare i nomadi in un processo graduale.
Qual è la vostra posizione sul collegamento Sud/Ovest?
Noi siamo per una viabilità integrata, per riqualificare strada Falletti dove basta togliere la sbarra verso le piscine e allargare un po’ la carreggiata per renderla una via più veloce anche verso l’ospedale per chi arriva da sud. Tutti noi dell’opposizione siamo d’accordo sul secondo ponte sul Tanaro, ma che sia abbastanza adiacente a quello che già esiste. Il problema è, però, arrivare nella zona Saclà e onestamente non sono d’accordo nel realizzare un sottopasso. Mi chiedo come pensino di trovare 200 milioni per costruire la Sud/Ovest, considerato che a oggi hanno solo un quarto della cifra.
Lei non ha aderito al comitato contrario al nuovo collegamento Sud/Ovest. Conferma?
No, non faccio parte del comitato, ma vorremmo che questo gruppo non fosse solo di cittadini toccati direttamente dall’opera, che diventasse una battaglia di tutta la città.
Secondo lei Asti ha un peso al di là del proprio territorio?
No, secondo me non ha alcun peso, o quasi. Mi ha fatto però piacere che Rasero abbia aperto dei dialoghi con Alessandria e Aosta. Proprio il sindaco di Aosta, che ha origini astigiane, è l’esempio di come sia importante aprirsi agli altri, parlarsi tra sindaci, come sta facendo lui per le questioni del Pnrr. Invece Rasero ha preferito fare tutto questo “cancan” per un gemellaggio con la Cina dove i diritti civili sono troppo penalizzati.
Quali saranno le vostre prossime battaglie?
Quella sulla destinazione d’uso del terreno di corso Casale dove pensano di costruire un altro centro commerciale mentre quel terreno potrebbe diventare un parco. Cuneo, ad esempio, ha 120 piante ogni 100 abitanti, noi ne abbiamo 10. Raccoglieremo 40.000 firme contro l’ennesimo centro commerciale se decidessero di andare avanti.
Lei resterà in Consiglio o prevede di lasciare il posto ad altri?
Nessun dubbio, ho intenzione di restare al mio posto.