Tra le antiche pagine dei giornali locali emergono le tracce della famiglia Bergoglio, e notizie su "nonna Rosa", Rosina Vassallo, nata a Piana Crixia, nell'entroterra ligure, il 27
Tra le antiche pagine dei giornali locali emergono le tracce della famiglia Bergoglio, e notizie su "nonna Rosa", Rosina Vassallo, nata a Piana Crixia, nell'entroterra ligure, il 27 febbraio 1884, sposata a Torino nel 1907 con Giovanni Bergoglio (Asti, 1884 ? Buenos Aires, 1964). Rosina negli anni Venti fu dirigente dell'Unione donne cattoliche di Asti, mentre il figlio Mario faceva parte della Federazione giovanile diocesana. In archivio è stato ritrovato anche un verbale dell'Unione femminile cattoliche italiane risalente al 1924, dove è registrato un intervento della signora Rosina Bergoglio, all'epoca consigliera di moralità e azione sociale. I nuovi documenti rinvenuti per questa ricerca rivoluzionano i luoghi in cui vissero e operarono i nonni paterni del pontefice, Giovanni Bergoglio e Rosa Vassallo. In particolare, quest'ultima, l'amata nonna di Papa Francesco, che le cronache dell'epoca chiamano "Rosina" abitò con la famiglia nel cuore della città, conobbe da vicino e collaborò con il vescovo Luigi Spandre e i sacerdoti della diocesi, frequentando le maggiori chiese (soprattutto San Martino e Santa Maria Nuova, ma anche la Cattedrale per cui la famiglia versò nel 1928 un'offerta pro restauri) e istituti religiosi di Asti.
Quando decise di farsi prete, Jorge Bergoglio, oggi Vescovo di Roma, si confidò con suo padre, Mario Bergoglio. È il Papa stesso a raccontarlo nel libro "Papa Francesco. Il nuovo Papa si racconta" (Salani Editore): «Per prima cosa lo dissi a mio padre e lui reagì bene. Anzi, mi disse che ne era felice. Ero sicuro che mio padre mi avrebbe capito. Sua madre era stata una persona estremamente religiosa e lui aveva ereditato da lei quella religiosità e quella forza, unite al grande dolore dell'abbandono della propria terra».
Come astigiani, terra d'origine della famiglia Bergoglio, e uomini di fede leggiamo questa testimonianza del Papa con commozione. Nei fogli antichi degli archivi diocesani è custodita una notizia sorprendente. Mario Bergoglio, figlio di Rosa e futuro papà del pontefice, era anch'egli, sulle orme della madre, iscritto alla Federazione Giovanile Diocesana. E all'età di 17 anni (era nato a Torino il 2 aprile 1908), non ancora diplomato, tenne alla Fulgor di Asti una conferenza sul Papato. Nel novembre del 1925, infatti, per iniziativa della presidenza federale dell'organizzazione (assistente don Filippo Berzano) venne costituita la «Scuola Conferenzieri», che doveva funzionare fino a Natale. Vennero assegnati vari temi: a Gualtiero Marello «Come si costituisce un circolo giovanile»; a Francesco Ghia «Storia dell'Azione Cattolica»; a Giulio Burattini «Il carattere del giovane»; ad Attilio Pio «Preghiera, Azione, Sacrificio»; al sig. Torchio «La buona stampa»; a Giovanni Musso «La Gioventù cattolica».
A Mario Bergoglio toccò invece un argomento, col senno di poi, davvero singolare e speciale: «Il Papato». Ecco, in breve, il resoconto di quella domenica straordinaria: «Mario Bergoglio, studente in ragioneria, svolse con calore e forte parola, con frequenti ed opportuni accenni storici, il tema: "Il Papato". Vivamente ascoltato ed applaudito dai compagni dà sicuro affidamento di riuscire un ardente propagandista delle nostre idealità». Mario Bergoglio è iscritto all'Unione Giovani di San Martino di Asti. Tre anni dopo, durante la tradizionale «Festa del Papa» celebrata dai giovani cattolici del Circolo, pronunciò «un bellissimo discorso illustrativo sul Papato, elevando da ultimo un inno di ammirazione e di lode al pontefice Pio XI, il Papa dell'Azione cattolica».
Se Mario Bergoglio non fosse emigrato in Argentina all'inizio del 1929, avrebbe certamente raggiunto i vertici dell'Azione cattolica diocesana. Nel 1928 lo vediamo nei panni di esaminatore, a fianco del vescovo di allora, mons. Luigi Spandre, in una «Gara catechistica», tenuta al teatro della «Fulgor». Domenica 7 ottobre 1928 recita tra i filodrammatici nel teatrino parrocchiale di San Martino, ad Asti, per la ripresa delle attività formative dei giovani della Conferenza di San Vincenzo de' Paoli, che prevedevano l'assistenza ai poveri a domicilio ed agli infermi dell'Ospedale civile. A dicembre dello stesso anno, un mese prima dell'imbarco a Genova per Buenos Aires, Mario Bergoglio visita, in qualità di «propagandista» della Federazione Giovanile, il circolo di Castell'Alfero. Trasmetterà, anni più tardi, questo suo carisma e questa sua grande fede al figlio Jorge.
Il nome di «Rosina» Bergoglio, come veniva affettuosamente chiamata la nonna di Papa Francesco, appare più volte sul foglio diocesano. L'8 giugno 1924, in qualità di consigliera per l'azione sociale, interviene all'annuale giornata sociale dell'Ufci di Asti: «Ringraziamo il Sacro Cuore che ci ha benedette dandoci questa giornata: un grazie alle oratrici e una promessa di aggiungere nuova lena al nostro lavoro e spirito di sacrificio perché si raggiunga l'ideale che ci proponiamo». Nel 1923 (presidente Clementina Zopegni) la signora Bergoglio, all'epoca 39enne, è consigliera per le questioni relative alla moralità. In associazione conosce Prospera Gianasso, docente di francese all'Istituto Brofferio, che le insegna la lingua. Rosa, umile ex sarta e moglie di un portiere poi diventato barista, supplisce alla limitata istruzione con letture voraci e voglia di apprendere. Sotto la guida del carismatico assistente ecclesiastico, don Luigi Goria, Rosa comincia a tenere conferenze e incontri in tutta la provincia. Quando lascerà l'Italia per una nuova avventura, Rosa non dimenticherà mai quell'esperienza vissuta nell'Azione cattolica astigiana a cui continuerà a iscriversi regolarmente dalle rive del Plata. E compilerà il modulo in francese, in omaggio all'amica Prospera Gianasso.
A pochi mesi dalla sua partenza per Buenos Aires, domenica 11 marzo 1928, viene eletta tra le dirigenti delle Donne cattoliche del Gruppo parrocchiale di Santa Maria Nuova ad Asti (presidente diocesana è la signora Santina Rocca). Alla consigliera Bergoglio viene affidata la delega per l'azione religiosa. Al suo fianco sono elette: Giustina Acquaviva, presidente; Amelia Mondo, vice; Lidia Fantozzi, segretaria; Rosa Pugno, cassiera; Maria Gatto, per la cultura; Agostina Graglia, per la moralità; Rosa Cugnasco, per l'organizzazione sociale (Cfr. Gazzetta d'Asti del 17/03/1928). Santa Maria Nuova (i Bergoglio abitano in via Fontana) è la chiesa visitata da Don Bosco nel 1862; vi è parroco, nel 1928, don Stefano Robino, che pochi anni prima, nell'ottobre 1919, ha portato i Salesiani ad Asti. L'oratorio sorge su un terreno della parrocchia, tra l'attuale via Don Bosco e viale Vittoria. Tale chiesa, oggi, fa parte dell'Unità pastorale più centrale di Asti con San Secondo e San Silvestro.
Ma di cosa si occupano queste donne di Chiesa dentro l'organizzazione durante gli Anni Venti? Nella sede di via Morelli 14 (Casa Fissore) vengono tenute (il mercoledì pomeriggio) le «Lezioni sul Vangelo»; in una sala della Casa parrocchiale di Santa Maria Nuova hanno luogo (domenica pomeriggio) le «Conferenze femminili di San Vincenzo», al termine delle quali viene fatta visita alle ammalate ospitate nel vicino Ospedale. Presso l'Istituto delle suore Stefanine (via Gioacchino Testa), si svolge il ritiro spirituale annuale delle iscritte.
Durante l'anno preparano: la «Giornata pro Sacerdozio», la «Giornata pro Università cattolica», la «Giornata missionaria», la «Pasqua dei carcerati»; raccolgono in città e paesi le offerte per i restauri del Duomo di Asti (nel 1928, la famiglia Bergoglio figura nell'elenco degli offerenti), allestendo anche un banco di beneficenza; donano libri alla biblioteca circolante del carcere di Asti. E ancora: organizzano «Gare catechistiche», partecipano ai Congressi Eucaristici, raccolgono l'Obolo di San Pietro, pregano per la libertà religiosa in Messico. L'U.F.C.I. non è una Pia Congregazione. L'Unione mira bensì alla formazione cristiana individuale delle socie, ma vuole anche che si interessino dei problemi che riguardano la famiglia e la società. Nel ventennale di fondazione (1929), l'Ufci ha all'attivo 50 circoli tesserati. Le «circoline» sono 2306: socie effettive 1061, di cui 246 dirigenti; aspiranti 514; beniamine 731. La prima presidente diocesana, nel 1909, è Clementina Zopegni, vedova dell'avvocato Fissore. Il primo circolo parrocchiale ad essere aperto è quello del Santo Patrono, San Secondo.
Rosa Bergoglio fa suo questo punto del programma, curando in particolare la formazione delle giovani iscritte. All'epoca di lei scrivono: «La nostra attivissima Consigliera di Azione morale Sig.ra Rosina Bergoglio con amore ed intelletto si presta ad un corso di lezioni per fidanzate che svolge nella sede del Circolo Femminile di San Martino seguita dal più crescente interessamento delle circoline. Cosicchè due volte alla settimana le bravi giovani si raccolgono attorno a lei per sentire la sua parola di saggia ed esperta mamma che le dispone con delicato sentire ad affrontare i doveri a cui parecchie di esse sono chiamate fra poco. Il Consiglio Diocesano Donne ? concludelo scritto ? è grato alla sua buona collaboratrice che non badando a sacrificio si prodiga per le minori sorelle circoline, svolgendo uno dei punti fra i più importanti della vita sociale».
Nonna Rosa Margherita Vasallo Bergoglio è stata la persona che più di tutte ha forgiato la fede del nipote Jorge Bergoglio. È stata lei a insegnargli a pregare da bambino. Molti anni prima, ad Asti, fu «maestra di fede» del figlio Mario, futuro papà di Papa Francesco. Riveliamo ora un inedito. Mario Bergoglio fece parte, sull'esempio della madre, della Federazione Giovanile Diocesana. Vi entra nel 1928, appena diplomato, dopo aver frequentato le scuole tecniche professionali di Asti. Sui giornali dell'epoca si legge che il ragioniere Mario Bergoglio figura tra gli esaminatori della Gara Catechistica diocesana. Presente alla premiazione (200 premi), al teatro della «Fulgor», il vescovo mons. Luigi Spandre (1853, Caselle Torinese ? 1932, Asti), che durante il suo lungo episcopato astigiano (1909-1932) diede nuovo impulso all'Azione cattolica, aderendo alle linee programmatiche di Pio XI.
Stefano Masino