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Capitano Michele Gandolfo
Attualità
Intervista

Parla l’ex capitano del Palio Gandolfo escluso dalla terna: «Volevo solo provare a essere votato in maniera democratica»

Fuori dai giochi, su scelta del sindaco, dalla rosa dei papabili capitani (tra cui quello attuale), Gandolfo spiega come nell’ambiente «c’è bisogno di confronto, democrazia e idee»

Mentre si attende di conoscere quando si svolgerà il Consiglio comunale aperto sul Palio di Asti, chiesto dai consiglieri di minoranza, non si placa la querelle sulla terna dei nomi scelti dal sindaco Maurizio Rasero tra cui votare il nuovo capitano: Gianbattista Filippone (quello attuale), Davide Argenta e Giuseppe Vertucci (oggi presenti nel gruppo del capitano). Fuori dai giochi l’ex capitano del Palio Michele Gandolfo, che ha ricoperto il ruolo tra 2016 e il 2022, e Giacomo Casale (anche lui componente del gruppo del capitano). A scegliere chi mandare in votazione è stato, secondo Statuto e regolamenti, il sindaco Rasero, ma va da sé che aver scelto Filippone, Argenta e Vertucci ha di fatto tolto la possibilità per Gandolfo di giocarsela in sede di Consiglio del Palio cercando di ottenere i voti sufficienti per l’elezione.

Gandolfo, che ha provato a candidarsi pur sapendo di rischiare l’esclusione prima ancora “della partita”, accetta il verdetto, ma non senza togliersi qualche sassolino dalla scarpa. «Diciamo che se fossi stato inserito nella terna sarebbe stato divertente capire chi avrebbe voluto “il Palio” come capitano, visti i rumors del momento – commenta interpellato sul caso – Avevo semplicemente chiesto di poter giocare le mie carte ed essere votato in maniera democratica, tutto qui; non mi è stata data la possibilità quindi un po’ di paura della mia elezione magari c’era».

Sulla paventata giustificazione che la terna, comprendendo l’attuale capitano e due esponenti del suo gruppo, dovrebbe servire a dare una sorta di continuità al lavoro svolto, Gandolfo non nasconde qualche dubbio: «Sarebbe molto pretestuoso pensare che l’eventuale mia elezione a capitano pregiudicasse la continuità. Poi continuità a fare cosa? Se è riferita al progetto di portare il Palio nelle scuole, si tratta di un’iniziativa già avviata dall’ex capitano Clerico e continuata da me e i miei magistrati Mattiazzi e Conte, poi interrotta a causa della pandemia e della scelta d modificare la mia squadra, da parte del sindaco, nell’anno dei due Palii. Comunque portare il Palio nelle scuole dovrebbe essere la prassi, non un progetto speciale perché, come è stato detto, i ragazzi sono il nostro futuro».

Certo, visto dall’esterno, sarebbe ingeneroso pensare che tutta l’elezione di un capitano del Palio dipenda da parlare del Palio agli studenti anche perché, il vero problema mai risolto, è che il Palio di Asti interessa solo una piccola parte dei cittadini, e anche a livello mediatico nazionale, non è paragonabile al Palio di Siena né come copertura televisiva, né come partecipazione. Tutte questioni che si dibattono da tempo, immaginandosi ipotetiche modifiche (ad esempio per tagliare i tempi durante le tre batterie e la finale), senza venirne mai a capo.

«Il vero compito del capitano del Palio è intrattenere rapporti periodici con i comitati e può anche essere quello di far crescere la manifestazione – continua Michele Gandolfo – affrontando problemi strutturali come creare una pista o una “Cittadella del Palio”, essere da spunto per muovere idee e aiutare quando è necessario come nel caso della consegna delle mascherine in epoca Covid o come quando aiutavo i vari rettori durante le corse allo stadio che tanto ci mancano. Mi è detto che tale questione non è compito del capitano, ma secondo me lo è e non ne sminuisce il valore come sempre mi ha insegnato il mio capitano, Enzo Clerico».

E conclude: «Ritengo che in qualunque mondo, compreso quello del Palio, ci sia bisogno di confronto, democrazia e idee, anche diverse, non di uno che decide e gli altri che rispondono sì».

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