In merito alla mancata richiesta del patrocinio comunale per il prossimo Asti Pride e a seguito di alcune dichiarazioni rilasciate dal sindaco Maurizio Rasero, pubblichiamo una nota a firma di Vittoria Briccarello, ex presidente dell’associazione Asti Pride, che risponde direttamente al primo cittadino. In coda l’intervento del vicesindaco Marcello Coppo di Fratelli d’Italia che commenta il caso Asti Pride nonché il mancato patrocinio.
La prima volta (che si è organizzato l’Asti Pride ndr) il patrocinio è stato richiesto perché le istanze del documento politico sono e saranno sempre trasversali. Non ci auspicavamo una battaglia perché, in caso non si fosse ancora capito, la manifestazione esiste per ottenere diritti non riconosciuti, non per far litigare le persone tra di loro. Anche perché di battaglie la comunità lgbtqia+ deve farne tutti i giorni. Il patrocinio non viene richiesto quest’anno per tre motivi: 1) non vogliamo venga strumentalizzato in campagna elettorale; 2) nessuno dei punti del documento politico che l’attuale amministrazione ha patrocinato nel 2019 è stato da lei portato a termine. Né accolto. Nemmeno ascoltato; 3) non ci avete manco fatto pulire e colorare un sottopasso in santa pace; e poi i faziosi saremmo noi? (Tra l’altro bello il bando che avete fatto… ah no, mai esistito).
Il patrocinio dev’essere simbolo di collaborazione e affinità di intenti, non un simbolino scevro di sostanza e valori. Ma Maurizio, lo sai che Asti durante la tua amministrazione è su varie testate nazionali per omobitransfobia? Posso allegarti gli articoli. Lo sai che non entrando nella rete Ready siamo fuori da una rete virtuosa e nazionale di prevenzione alla violenza? Io l’art.17 della Costituzione lo rileggerei ogni tanto. Abbiamo pazienza, da matti, siamo perseverant e resistent. Ma non transigiamo più sul fatto che il Pride venga continuamente strumentalizzato per i vostri fini politici ed elettorali. Non lo faccio io, che ne seguo le istanze da anni, non capisco perché dobbiate farlo voi. Tra l’altro usandolo in un contesto in cui nessuno aveva posto domande a riguardo. In fissa proprio.
A dimostrazione della trasversalità dell’associazione a cui fai chiaramente riferimento (in alcune recenti dichiarazioni ndr), che quest’anno collabora con Agedo Asti-Alba e Nuovi Diritti Cgil Asti, io mi sono dimessa dal ruolo. Onde evitare conflitti di interessi. Di solito si fa così, mi pare. Ci si dovrebbe dimettere dalle altre cariche, non per legge, ma per buon senso. Ho letto le ordinanze inerenti al cavalcavia sull’Albo Pretorio, nello stesso modo in cui ho letto quelle relative al Giro d’Italia, nello stesso modo in cui l’hanno fatto i nostri tecnici di riferimento. E no, noi non abbiamo insistito, noi vogliamo solo che se c’è un divieto le cause siano tecniche e non faziose. Noi siamo costituzional, onest ed educat. Ma non ci pieghiamo a nessuna prepotenza e mai lo faremo. E poi, Maurizio, basta: “Gay Pride” non lo chiama più nessuno.
Buona campagna Ci vediamo il 16 luglio, se ti va di scendere in strada.
Vittoria Briccarello
ex presidente di Asti Pride
Fratelli d’Italia: «Abbiamo dubbi che questa volta una richiesta di patrocinio possa passare in Giunta»
Ci sono argomenti che poco importano alla cittadinanza ma che trovano molto spazio sui giornali e uno di questi è l’Asti Pride, molto capace a travestirsi da vittima. Ribadendo la posizione già più volte espressa in passato, il problema non è la manifestazione in sé perché tutti sono liberi di manifestare. Il non senso è il patrocinio che non può essere dato a una manifestazione di parte, a una organizzazione che porta avanti una ideologia, quella gender, che nulla ha a che fare con la lotta alle discriminazioni ma che anzi ne porta avanti delle nuove, utero in affitto e terapie ormonali ai minori in primis.
Ovviamente sul punto patrocinio non siamo d’accordo con il sindaco e abbiamo qualche dubbio che una eventuale richiesta di patrocinio, questa volta, possa passare. La conformazione della Giunta è infatti parzialmente diversa e gli stessi assessori che, nel 2019 con in testa il vicesindaco Marcello Coppo hanno votato contro al patrocinio, sono ancora presenti in giunta e non pensiamo abbiano cambiato idea sul punto. L’unica incognita e ago della bilancia sarebbe la new entry Piero Ferrero ma una richiesta di patrocinio, ove venga pretesa pure l’adesione totale a tutte le istanze, comprese quelle più bizzarre, riteniamo non possa essere accolta neanche da chi votò a favore, questo anche solo per onestà intellettuale.
L’eventuale patrocinio infatti, qui concordo con l’Asti Pride, non potrebbe che essere come quello del 2019 e quindi di pura facciata, in quanto, nemmeno chi diede il voto favorevole allora, ne condivideva appieno le idee. Un voto favorevole quindi figlio della sudditanza culturale e del racconto falsato dal mainstream, del timore di essere additati come omofobi, noi di Fratelli d’Italia questo problema non lo abbiamo proprio perché ci guida il buon senso, la libertà e la schiettezza. Segnaliamo che il centrosinistra pare compatto nell’adesione all’Asti Pride e questo lo vediamo poco serio da parte dell’area cattolica di sinistra che, pur riconoscendosi in idee alternative alle nostre, ha come noi l’idea che siano insensate la pratica dell’utero in affitto, delle cure ormonali ai minori o l’identità di genere a giornaliero capriccio etc.
Su temi come questi comunque dipenderà molto in futuro dai risultati elettorali che usciranno dalle elezioni, circostanze che daranno il giusto equilibrio in consiglio comunale e, votando Fratelli d’Italia, almeno si è sicuri che non ci saranno sorprese. Ovviamente i problemi della città sono altri. Concordiamo con il sindaco sul fatto che il percorso della manifestazione debba essere scelto dando il minor disagio possibile e questo pensiamo sia anche nell’interesse della manifestazione stessa ma non dipende dal Comune. Sulla questione sottopasso possiamo solo ricordare che, mentre “Sole che sorgi” non avrebbe avuto alcun problema a condividere lo spazio, dipingendo il tricolore, è stato l’Asti Pride a dimostrarsi intollerante e discriminatorio nei confronti di chi ha idee diverse e pure della bandiera italiana, anche questo è un fatto che dovrebbe far riflettere molto sulla deriva autoritaria di certa intellighenzia internazionalista globalista arcobaleno.
Marcello Coppo
Fratelli d’Italia