Signori Provveditore e Preside, il Pellati di Canelli deve continuare a vivere e produrre cultura. Questo il senso, seppur con parole diverse, della lettera inviata nei giorni scorsi a
Signori Provveditore e Preside, il Pellati di Canelli deve continuare a vivere e produrre cultura. Questo il senso, seppur con parole diverse, della lettera inviata nei giorni scorsi a Alessandro Militerno, Provveditore agli studi di Asti, e Pierluigi Pertusati, dirigente dellistituto nicese. Tema, il pericolo di cancellazione della classe prima dellindirizzo turistico della scuola di via Asti. Da tre anni nel complesso dove alloggia anche lItis Artom, il Pellati ha battezzato un nuovo corso di studi: non più la ragioneria in senso classico ma un percorso di Periti del turismo. Sui libri bilanci e partita doppia ma, anche, due lingue, con opzione per il terzo idioma, studio della cultura e della storia locale, enogastronomia. Scelta innovativa che mette le basi per futuri operatori nel campo dellaccoglienza in una realtà che, guardando con fiducia alla candidatura Unesco, costruisce nuovi posti di lavoro.
Lo scorso anno il primo corso non prese il via causa penuria di iscritti. Crisi presa di petto già a novembre scorso dagli insegnati della succursale cittadina con unattenta opera di informazione e promozione: quasi un porta a porta per cercare i fatidici 25 nuovi alunni necessari, come recita la legge, a mettere in piedi la prima classe. Conta che si è fermata a ventidue, con opzione per il ventitreesimo elemento. Numeri che, a rigor di logica, non basterebbero per imbastire unaula.
Per evitare quello che, un anno fa, lassessore allistruzione Nino Perna definì uno «scippo», Comune, corpo insegnante e famiglie dei futuri alunni sono scesi in campo con un appello. Una lettera inviata ai due massimi esponenti delle istituzioni scolastiche dove i firmatari chiedono che «venga attivata la classe nonostante gli alunni attualmente iscritti non raggiungano il numero previsto».
Molteplici le ragioni della richiesta, «tutte valide dicono -. La tipologia dellindirizzo turistico è una scelta che, in mancanza dellattivazione della sezione di Canelli comporterebbe spostamenti ad Acqui o ad Alba a scapito sia degli alunni (tempo sottratto allo studio) sia dei genitori che dovrebbero sostenere i costi dei mezzi di trasporto». Cè anche un motivo affettivo, amarcord che accomuna gli ex allievi della Ragioneria. Scrivono ancora: «Il Pellati di Canelli è unistituzione. Molti di noi lhanno frequentato a suo tempo e il ricordo di una scuola piccola ma efficiente, costruita a misura di alunno ci rende ancora più gradito il fatto che i nostri figli possano usufruire di questa opportunità».
Più politica, dai toni vagamente campanilistici, la terza motivazione: difendere la canellesità delle istituzioni, alcune in uscita libera. «Come cittadini sentiamo il dovere di difendere con tutte le nostre forze ciò che ancora abbiamo come tutela del territorio, di una realtà in continua evoluzione ed a tutela del futuro dei nostri figli. La continuazione dellindirizzo costituisce un ulteriore motivo di prestigio per la nostra città da sempre votata al turismo grazie alle sue manifestazioni, alle famose cattedrali sotterranee e alle splendide vigne destinate a diventare Patrimonio dellUnesco».