Se potessero andrebbero a Lourdes a chiedere un miracolo, ma dovrebbero partire da Porta Susa e, per molti dei pendolari della linea ferroviaria Asti-Torino, non sarebbe così scontato arrivare in tempo per prendere il treno, considerata la durata media dei viaggi tra le due città. Domenica entrerà in vigore il nuovo orario ferroviario ma, come denunciato dal portavoce del Comitato dei pendolari, Claudio Lano, «non ci saranno alcune novità per le linee astigiane». Non solo…
Se potessero andrebbero a Lourdes a chiedere un miracolo, ma dovrebbero partire da Porta Susa e, per molti dei pendolari della linea ferroviaria Asti-Torino, non sarebbe così scontato arrivare in tempo per prendere il treno, considerata la durata media dei viaggi tra le due città. Domenica entrerà in vigore il nuovo orario ferroviario ma, come denunciato dal portavoce del Comitato dei pendolari, Claudio Lano, «non ci saranno alcune novità per le linee astigiane». Non solo. E con grande amarezza e rabbia che Lano accusa lattuale amministrazione regionale, guidata da Chiamparino, di aver deluso tutte le aspettative dei pendolari, non avendo portato migliorie per rendere più fruibile il servizio. «Abbiamo organizzato incontri con lassessore Balocco e con i rappresentanti dellAgenzia Regionale di Mobilità – spiega – Si trattava di riunioni, avvenute in primavera, per valutare insieme al Comitato tutte le modifiche da apportare alla linea Asti-Torino, in vista del nuovo orario 2016».
Un confronto che Lano denuncia essersi arenato nel corso dei mesi, salvo poi scoprire che le istanze dei pendolari sono state praticamente ignorate «perché, dicono, che non ci sono soldi». Da Lano anche la delusione delloperato dei politici astigiani che avevano dichiarato di voler condurre la battaglia della mobilità insieme ai pendolari, e questo già nel 2013. «Promesse disattese – continua – da parte della Regione, degli amministratori locali, mentre i problemi restano esattamente quelli già denunciati a suo tempo». La principale richiesta del Comitato è la reintroduzione di tutte le fermate sui treni regionali veloci come cerano prima del 2013: 41 minuti da Asti a Torino, con fermate a Villafranca e Villanova, oggi solo disponibili, con partenza da Asti, alle 7.01 o alle 7.39.
Lalternativa è infatti quella dei treni Sfm6 che, fermando in tutte le stazioni, impiegano unora per raggiungere Torino Lingotto. «E va molto peggio per chi deve venire Asti al mattino partendo, ad esempio, da Villanova» continua Lano spiegando che, ad oggi, le uniche corse fruibili da studenti e pendolari sono rappresentate da treni Smf6 con partenza alle 6.23 (arrivo ad Asti alle 6.55), oppure alle 7.11 (arrivo alle 7.42). Il treno successivo, quello delle 8.23, arriva alle 8.55, troppo tardi per chi deve lavorare o andare a scuola. «Così noi pendolari delle ferrovie – puntualizza il portavoce del Comitato – sovente siamo obbligati a prendere lautomobile, sia per venire ad Asti, sia se dobbiamo fermarci al lavoro fino a tardi, ma anche nelle giornate festive».
Per Claudio Lano la situazione per gli astigiani è più che critica anche valutando le altre linee di collegamento con il resto del Piemonte, per non parlare di raggiungere Milano. «Della linea Asti-Alba ormai non se ne parla più, – continua – la stessa condotta tenuta per la Asti-Casale e la Asti-Chivasso: prima promesse di mantenimento, poi loblio, infine la chiusura definitiva e, della ristrutturazione dellormai obsoleto e stantio servizio dei bus, men che meno. Si può, quindi, constatare come la conferma dellorario ferroviario 2016 sia anche la simbolica conferma dello stato delle cose per i trasporti pubblici della provincia astigiana. Cambia la maggioranza alla guida della Regione, ma si perseguono gli stessi obiettivi e gli stessi atteggiamenti e considerazione da parte dellassessore di turno, Balocco oggi, Bonino ieri: cancellare sistematicamente il servizio pubblico».
Anche i sei mesi dellExpo, che avrebbero dovuto portare sperimentazioni e miglioramenti sui collegamenti tra Asti e Milano (nellipotesi di mantenerli dopo levento) sono passati senza grossi risultati. «Anche lì tante promesse e progetti – conclude Lano – che poi si sono rivelati solo chiacchiere al vento».
Riccardo Santagati