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Pensabene e Romano
Attualità
Il caso politico

Pensabene sulla rielezione di Romano tra i Verdi: «Non ricordo una battaglia sociale o ambientale che ne giustifichi l’attuale collocazione»

L’ex due volte deputato del Movimento 5 Stelle, poi espulso, rimane in Parlamento – La replica dei Verdi: «È una persona che ha scelto di battersi nelle istituzioni per la tutela ambientale»

È un comunista della “vecchia scuola” come Giovanni Pensabene (Associazione a Sinistra e volto noto della Casa del Popolo) a portare sotto i riflettori il caso di Paolo Romano, eletto deputato per la terza volta di fila dopo essere stato nel Movimento 5 Stelle, prima, poi esserne stato espulso e aver terminato la scorsa Legislatura tra i Verdi (gruppo Misto), ricandidandosi nella coalizione “Sinistra Italiana – Verdi”. Romano resta in Parlamento, ma non tutti ne sono felici. Anzi.

Un caso politico, quello di Romano, che più volte è stato sfiorato nel corso degli ultimi anni, ad esempio dal sindaco di Asti Maurizio Rasero. Quest’ultimo non ha mai fatto mistero di non aver sentito alcun tipo di vicinanza da parte del deputato astigiano né prima né durante la pandemia su nessun tema importante per lo sviluppo del nostro territorio.

«Per quanto mi riguarda, ma non solo l’unico a dirlo, come parlamentare è stato del tutto assente rispetto alle istanze del territorio – commenta Rasero – In qualità di sindaco del capoluogo l’avrò sentito forse una volta nel corso degli ultimi cinque anni, ma la colpa è anche di una legge elettorale assurda che lo ha riconfermato in Parlamento attraverso calcoli matematici vari. Di certo è una persona davvero molto fortunata ad essere nuovamente uscito come deputato, nonostante tutto. Mi ricorda Gastone Paperone, il personaggio della Disney. In passato abbiamo avuto parlamentari dei più diversi partiti, che si sono dimostrati sempre presenti quando c’era da portare avanti le battaglie per il nostro territorio, vicino ai sindaci dei Comuni, ai sindacati, alle associazioni di categoria. Non posso dire lo stesso di Romano».

Giovanni Pensabene va oltre e critica la ricandidatura di Paolo Romano tra i Verdi chiedendosi quali azioni politiche abbia fatto per ottenere lo “status attuale” di verde a sinistra. Lo fa scrivendo un duro post su Facebook. «Ancora una volta – racconta Pensabene che aveva invitato gli elettori a sostenere Unione Popolare – il mio voto non elegge nessuno in Parlamento. Mi dispiace, ma non sono affatto pentito; preferisco esprimere un voto “inutile” piuttosto che un voto dannoso. Sì, proprio così. Ritengo che il voto di molti compagni di Asti che hanno contribuito a riportare in parlamento un personaggio (Paolo Romano ndr), eletto già due volte con i 5 Stelle, emigrato dal suo partito d’origine perché non sarebbe stato ricandidato, sia un voto dannoso. In primis perché una volta anche nei nostri partiti, con poche eccezioni già previste in statuto, esisteva il vincolo dei due mandati. Soprattutto, però, perché di questo signore non è nota l’attività parlamentare dei precedenti 10 anni, né in favore del Paese né a sostegno del proprio territorio. Vivo ad Asti da 30 anni e non ricordo una battaglia sociale o ambientale che giustifichi la sua attuale condizione di deputato sinistro verde».

L’opinione di Pensabene ha così innescato una querelle social cui non è mancata la replica dei diretti interessati, sollecitata ieri dal nostro giornale al portavoce di Europa Verde Verdi federazione Provinciale di Asti, Giuseppe Sammatrice.

«Crediamo sia poco gentile additare alcuni suoi compagni di partito come dei “pericolosi” sostenitori dei Verdi per aver votato Alleanza Verdi e Sinistra – replicano Sammatrice e Patrizia Montafia rivolgendosi direttamente a Pensabene – Quanto alle critiche avanzate nei confronti di un nostro iscritto, Paolo Romano, nonché parlamentare uscente della componente di Europa Verde verdi Europei alla Camera dei deputati, diciamo che ci pare poco utile e poco gradevole screditare una realtà politica in crescita e che, a livello locale e nazionale, giorno dopo giorno, si sforza di fare crescere la cultura ecologista non solo sui territori ma anche nelle stanze delle decisioni importanti per il futuro del pianeta. Realtà politica, tra l’altro, potenziale alleata e compagna di avventura per le molte battaglie che ci aspettano. Paolo Romano è un ecologista e come tale degno di stare nella nostra “Casa”. Non è un “personaggio”, ma una persona che ha scelto di battersi nelle istituzioni per la tutela ambientale».

Sammatrice e Montafia si spingono oltre nella difesa di Romano, ricostruendo le dinamiche che hanno portato diversi ex pentastellati a passare tra i Verdi: «Dieci anni or sono, tanti ambientalisti scelsero i 5 Stelle anche perché i Verdi non c’erano. Non a livello nazionale, né ad Asti come federazione strutturata e con propri rappresentanti locali. Dal Movimento, da allora, si sono registrate numerose uscite, specie da parte di chi ha percepito indebolirsi valori e contenuti di tutela dell’ambiente a causa di scelte politiche e di compatibilità “di governo” non propriamente a sostegno della difesa della terra. Con Paolo Romano, ad esempio, la stessa Eleonora Evi, la nostra portavoce nazionale, che abbandonò il M5S dopo aver ricevuto sollecitazioni di partito a votare una PAC destinata a garantire una pioggia di denari alle grandi multinazionali agricole a danno delle aziende più piccole. Scelte dettate da motivazioni di contenuto, quindi, non da opportunismo o altro. In ogni caso nella federazione astigiana Paolo Romano è stato finora attivo e propositivo. Contiamo (e garantiamo) che possa esserlo anche per i prossimi anni, e anche di più, come parlamentare di territorio nell’assolvimento del suo terzo mandato».

Da parte di Sammatrice e Montafia il confronto resta aperto verso la Sinistra della Casa del Popolo, ma anche in questo caso la replica non convince tutti. A rispondere ai portavoce dei Verdi è Mario Malandrone, consigliere comunale e provinciale, ambientalista da sempre ed eletto nella lista Ambiente Asti. «Nessuno può giudicare i valori che uno ha, se è ambientalista o meno, ma la storia politica non torna proprio. A parte l’assunto per cui “i verdi non c’erano” che mi fa venire dubbi di aver letto bene i libri di storia politica, meglio dire che i Verdi avevano percentuali non appetibili per candidarsi e uscire come parlamentare. Situazione che ogni politico sa essere questione di scelte – continua il consigliere – Anche io nei 5 Stelle o nel PD, oppure oggi in Fratelli d’Italia potrei uscire, ma si sceglie la propria collocazione sull’esserci non inteso in tal senso. Non è una squadra di calcio in cui vado se fa la Champions e in cui non sto se non è in serie A. La risposta a Giovanni Pensabene data dai Verdi di Asti – conclude Malandrone – è un’arrampicata senza precedenti. Grazie per la sceneggiatura, ma la trama non tiene».

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