Non sarà l’emergenza numero uno di questa estate in cui la siccità sta provocando danno enormi, non si vede la fine della guerra in Ucraina, si devono fare i conti con i rincari energetici e non solo. Però è un segnale di come le cose possono cambiare da un momento all’altro anche sugli scaffali del supermercato. E per un prodotto che davamo per scontato come l’acqua frizzante.
Le dichiarazioni dell’amministratore delegato di Acqua Sant’Anna di giugno in cui annunciava il blocco della produzione di acqua frizzante per penuria di anidride carbonica, lì per lì avevano tenuto banco pochi giorni e poi erano passate in sordina. Ora basta fare un giro in qualunque supermercato, grande o piccolo che sia, per accorgersi che, a fronte della consueta offerta di bancali di acqua naturale, quella frizzante o lieventemente frizzante è ridotta ad una o due marche (quando va bene) e in quantità “contingentate” per ogni carrello. E anche nei tanti distributori automatici disseminati nei luoghi pubblici, negli uffici e negli ospedali cominciano a comparire cartelli che avvertono la possibile mancanza di bottigliette di gassata.
Vanno meglio le cose per le bevande gassate ma solo perchè se ne consumano di meno.
La ragione di tale razionamento è dovuto al fatto che molte aziende produttrici hanno terminato le scorte di CO2 e il prezzo corrente è aumentato fino a 7 volte per ogni cisterna rendendo impossibile mettere sul mercato l’acqua con le bolle a prezzi accettabili.
Ma se questa penuria di acqua frizzante vale per i supermercati, buone notizie arrivano dalle casette dell’acqua, quelle di cui l’Astigiano dispone in buona quantità, disseminate in tutta la provincia e realizzate per volontà dei Comuni che hanno capito come sia un’ottima alternativa alle ceste di acqua in bottiglia che hanno un costo maggiore e provocano grandi quantità di rifiuti di plastica.
Le casette dell’acqua distribuiscono a 5 centesimi il litro, sia l’acqua naturale che quella frizzante.
«Secondo le nostre programmazioni, alle nostre casette l’acqua frizzante dovrebbe essere ancora disponibile almeno fino alla fine di agosto» afferma Alessadro Sado, titolare di Acqua Life, l’azienda che si occupa di impianti di trattamento acque e gestisce le casette in molti centri del Nord Astigiano (Aramengo, Tonengo, Montafia, Scurzolengo, Grana, Castagnole Monferrato, Refrancore, Portacomaro, Viarigi, Valenzani, Montechiaro, Dusino San Michele, Villafranca, Cantarana, San Martino Alfieri, Valfenera).
«Ad oggi siamo in grado di garantire un rifornimento settimanale fino a 10 mila litri di acqua gassata per ogni casetta. Con le scorte che abbiamo in magazzino e le riserve che ci sono in ogni punto di distribuzione, siamo sereni e ottimisti. Abbiamo informazioni dai nostri fornitori di una normalizzazione degli approvvigionamenti proprio a partire da settembre e dunque speriamo di non lasciare i nostri utenti a secco».
Ma come fanno le casette ad avere ancora scorte di anidride carbonica e le grandi aziende produttrici di acque no? La spiegazione sta nel fatto che le grandi aziende imbottigliano un anno per l’altro e quando, l’anno scorso, hanno deciso produzioni e forniture, non immaginavano un blocco. Mentre per le casette la programmazione è più corta nel tempo e questo consente di adattarsi più agilmente.
Un po’ meno bene nel Sud Astigiano, che ha registrato un maggiore afflusso di persone che vanno alle casette proprio perchè scarseggia la frizzante al supermercato.
La ditta Biasi, che gestisce una trentina di punti di distribuzione a Canelli, Villanova e Cocconato tanto per citare i più grandi, afferma di essere al 40% della disponibilità e di aver già sospeso l’erogazione della frizzante in alcune casette proprio per esaurimento sia delle bombole in magazzino che di quelle di scorta sul posto.