Il grave problema delle liste d’attesa per le visite ospedaliere (ma anche per gli interventi ambulatoriali e operatori) è noto e difficilmente può essere risolto nel breve periodo. Ma, per la Regione Piemonte, si possono disporre soluzioni più o meno rapide per cercare di dare una prima risposta, non definitiva, volta a dare una sforbiciata alle liste d’attesa. Le proposte sono già state annunciate dall’assessore regionale alla Sanità Federico Riboldi durante la presentazione del progetto di cardio-protezione del comune di Viarigi. Ora anche il consigliere regionale astigiano Sergio Ebarnabo (FdI) torna sul tema delle liste d’attese.
Ebarnabo (membro della Commissione regionale sulla Sanità) ricorda che «le radici di questa crisi risalgono a 18 anni fa, quando nel 2006 il secondo Governo Prodi bloccò l’iscrizione alle facoltà di medicina in tutta Italia. Questa decisione ha portato a una grave carenza di medici che si manifesta oggi». Poiché non si possono formare centinaia di medici in pochi mesi, la Regione ha deciso di incentivare, su base volontaria, le visite in ospedale oltre l’orario normalmente previsto. «Le visite mediche saranno estese oltre l’orario tradizionale, – annuncia Ebarnabo – includendo anche la fascia serale dopo le 20 e i fine settimana. Diversi professionisti hanno già espresso la loro disponibilità a collaborare a questo progetto».
Sul fronte della carenza dei medici, la Regione sta contattando le comunità piemontesi in Brasile, Argentina, Venezuela, Israele e Albania, per reclutare medici e infermieri. «Questi professionisti – continua il consigliere – dovranno seguire un breve corso di formazione per adeguarsi al sistema sanitario italiano e apprendere la lingua. Sebbene queste misure non rappresentino la soluzione definitiva, la Regione spera che possano dare un sollievo immediato alla situazione».
I Comitati Articolo 32 chiedono un incontro con il nuovo direttore generale dell’Asl
Nel frattempo i Comitati Articolo 32 di Asti e della Valle Belbo, nati ad aprile 2023 con lo scopo di difendere la sanità pubblica e il diritto di tutti i cittadini, compresi coloro incapienti, alle cure sanitarie gratuite, hanno chiesto al nuovo direttore generale dell’Asl di Asti, Giovanni Gorgoni, di poter organizzare un incontro per confrontarsi con lui su alcuni temi particolarmente sentiti.
I rappresentanti di Articolo 32 vogliono confrontarsi sul presidio sanitario della Valle Belbo e sull’andamento di quello attuale in relazione ad alcune criticità quali, ad esempio, le prestazioni di radiodiagnostica, le dotazioni del PPI e le attività ambulatoriali; sulle Case di comunità della Provincia di Asti, Distretti, Infermieri di famiglia ed M.M.G., trasporti anziani fragili e medici a domicilio, periodi di sollievo alle famiglie; sui posti letto hospice in provincia di Asti, ma anche sulle carenze nei reparti dell’ospedale Massaia.