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Perché essere uno scout: i motivi di oggi e di ieri
Attualità

Perché essere uno scout: i motivi di oggi e di ieri

Cosa può lasciare l'esperienza dello scoutismo? Lo abbiamo chiesto a chi ne è il diretto protagonista. Innanzitutto, possiamo dire che scout si "nasce" per propensione personale, come

Cosa può lasciare l'esperienza dello scoutismo? Lo abbiamo chiesto a chi ne è il diretto protagonista. Innanzitutto, possiamo dire che scout si "nasce" per propensione personale, come è successo per Lorenzo (20 anni) del gruppo di San Damiano, o si diventa per tradizione di famiglia: spesso, infatti, i bambini vengono inseriti in un gruppo scout dietro consiglio dei genitori o di fratelli maggiori, che a loro volta avevano aderito al movimento. E' il caso di Sara (18 anni), che frequenta l'Agesci di Callianetto, e di Luca del gruppo di Asti (19), che viene da una lunga tradizione di scoutismo in famiglia.

Altra caratteristica comune il servizio come responsabili dei gruppi di bambini di elementari e medie. Si preparano, infatti, anche le future leve che un giorno reggeranno le redini del gruppo e, a loro volta, istruiranno i ragazzini più giovani. Un'esperienza quindi "formativa e responsabilizzante," afferma Sara. Fondamentale anche la possibilità di sperimentare un'immersione nella natura, tramite le escursioni, il campeggio e le attività volte a sviluppare una sensibilità verso la tutela dell'ambiente. Sara e Lorenzo tengono però ad abbattere quello stereotipo che porta a figurarsi lo scout seduto nella sua tenda insieme ad altri, i quali, come lui, usano vestirsi in modo piuttosto bizzarro. Parafrasando una nota canzone "Scout: oltre alla tenda c'è di più."

Infine, fare parte degli scout è divertente. Lorenzo trova nel proprio gruppo scout gli stessi amici del paese che frequenta fin da piccolo e non mancano certamente le risate. Per Lorenzo lo scoutismo è diventato una parte fondamentale di sé, a cui non potrebbe più rinunciare, mentre Luca apprezza molto la possibilità di conoscere gente nuova e realtà diverse, tramite le varie attività di volontariato, come quella nelle carceri e le Giornate nazionali, dove confrontarsi con modi diversi di fare scoutismo.

Piero Amerio, padre di Luca ed ex scout, ricorda i propri esordi alla Torretta. "Numerosi, allora -? dichiara ?- gli aderenti, perché non esistevano molte alternative per il tempo libero. Nonostante oggi sia possibile scegliere fra molti tipi di divertimento, fratellanza, educazione al rispetto della natura e volontariato rimangono il cuore pulsante dello scoutismo. Inoltre, evidenzia Piero, gli scout sono sempre in prima fila, per offrire il proprio contributo a popolazioni colpite da disastri ambientali e accanto a "Libera" per la lotta alla mafia. Una punta di demerito: la curia dovrebbe sostenere maggiormente l'attività di scoutismo, nel riconoscimento del costante impegno degli scout."

Alice Ferraris

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