Sono finiti anche sugli scaffali di supermercati e negozi di Asti, Castagnole Lanze e Nizza Monferrato – elenco che potrebbe ancora allungarsi – i vasetti de Il pesto di Prà prodotto dalla
Sono finiti anche sugli scaffali di supermercati e negozi di Asti, Castagnole Lanze e Nizza Monferrato – elenco che potrebbe ancora allungarsi – i vasetti de Il pesto di Prà prodotto dalla ditta Bruzzone e Ferrari di Genova. Vasetti che hanno causato uno stato di allerta sanitaria per sospetta presenza di spore di botulino (un batterio anaerobio), che provocano unintossicazione con serie conseguenze. Lo stato di allerta è stato attivato venerdì sera dallAsl 3 genovese, su pronta segnalazione dellazienda produttrice tramite un controllo interno allo stabilimento (secondo quanto previsto dai regolamenti dellUnione Europea in questo ambito), e diramato dalla Regione Piemonte ad alcune Asl di Torino, Cuneo, Alessandria e Novara. Di conseguenza la Bruzzone e Ferrari ha disposto il ritiro del prodotto ricostruendo la filiera di punti vendita serviti, che si trovano in numerose regioni italiane, attraverso le sue basi logistiche di smistamento e distribuzione. Il tutto sotto il controllo e la verifica delle Asl liguri e piemontesi, tra cui quella astigiana.
E importante ricordare che il prodotto in questione è etichettato come pesto genovese e pesto senzaglio, riporta sulle confezioni il numero di lotto 13G03 e la data di scadenza 9 agosto 2013. Ma attenzione: non è detto che tutti i vasetti che corrispondono a questo lotto e a questa scadenza presentino effettivamente spore di botulino. «Come Azienda sanitaria astigiana siamo stati interessati successivamente a quella di Alessandria, nel cui territorio rientrano le basi logistiche della ditta, che poi si è scoperto che riforniscono anche negozi nellAstigiano – spiega Vincenzo Soardo, direttore della Soc Igiene degli alimenti e della nutrizione – per cui lunedì ha preso avvio il piano di emergenza che si adotta nei casi di attivazione del sistema di allerta alimentare. Piano in virtù del quale abbiamo già effettuato controlli e verifiche sulleffettivo ritiro del pesto sospetto nei negozi in cui erano stati distribuiti».
Nel caso in cui, invece, i vasetti fossero già stati venduti, allora il titolare del punto vendita è obbligato ad informare la clientela tramite pubblicità o cartelli affissi nel negozio in cui avvisa i clienti affinché non consumino il prodotto. «Inoltre – continua Soardo – siamo, e saremo nei prossimi giorni, in contatto con la Regione, le Asl di Alessandria, Chieri, Novara e lIstituto Zooprofilattico di Torino, competente per eseguire le analisi microbiologiche su eventuali campioni di prodotto che si ritenesse necessario prelevare. Penso comunque che entro martedì, si potrà ricostruire la completa filiera distributiva del prodotto in tutti i punti vendita grazie alle informazioni provenienti dalle aziende sanitarie con cui siamo in contatto».
Nel frattempo, lunedì è anche arrivata la telefonata di un cittadino che ha avvertito lAsl in quanto aveva acquistato, la scorsa settimana, un vasetto di quel pesto. «Gli abbiamo detto di portarcelo – spiega Soardo, in modo da poterlo inviare allIstituto zooprofilattico di Torino per accertamenti». Si raccomanda a chiunque avesse consumato lalimento di consultare il proprio medico curante, portando se possibile anche il vasetto del pesto vuoto, e, a chi lavesse comprato, di riconsegnarlo al venditore o al Servizio igiene degli alimenti e nutrizione (Sian) dellAsl astigiana, «dato che – conclude Sardo – la presenza di spore di botulino è difficilmente riscontrabile dal consumatore». Per informazioni è possibile telefonare al numero 0141/484920 in orario di ufficio o fare riferimento al centralino dellOspedale (0141/481111) negli orari di reperibilità.
Elisa Ferrando