Dieci anni di raccolta rifiuti porta a porta e un messaggio da rinverdire per interrompere subito un trend negativo e puntare ad un obiettivo imposto dallUnione Europea e dal buonsenso di
Dieci anni di raccolta rifiuti porta a porta e un messaggio da rinverdire per interrompere subito un trend negativo e puntare ad un obiettivo imposto dallUnione Europea e dal buonsenso di chiunque abbia a cuore la salute del pianeta. Gli astigiani si sono dimostrati molto ligi alla raccolta differenziata porta a porta al suo avvio, nel 2005, raggiungendo quellanno stesso il 60,6% di percentuale. Un bel balzo in avanti se si pensa che, solo due anni prima, la percentuale di differenziata si attestava intorno ad un misero 20%. Ma dal 2005 ad oggi, non solo non si è saliti in questa percentuale (fatto salvo un balzo al 62% nel 2006), ma si è anche perso un po, con un 59% registrato nel 2014.
«Chiediamo ai cittadini uno scatto di orgoglio per riportare Asti ai risultati del 2006, quando fu eletta campionessa dItalia fra i capoluoghi di provincia – ha detto il sindaco Brignolo – ricordando che una corretta raccolta differenziata dei rifiuti consente di contenere le tariffe del servizio». Per convincere gli astigiani a differenziare di più e meglio, Comune, Gaia, Asp hanno avviato una campagna di sensibilizzazione e informazione che punta ad alcune immagini dimpatto. Su numerose bacheche cittadine e presto sulle fiancate degli autobus cittadini, vengono pubblicati manifesti che rendono lidea di cosa significhi fare la raccolta differenziata dei rifiuti. Piazza Alfieri, piazza San Secondo e Campo del Palio vengono ritratti così come sono oggi (a regime di porta a porta) e come potrebbero essere senza, ovvero con un fotomontaggio di montagne di rifiuti indifferenziati che soffocano i gioielli astigiani. Unimmagine forte che però rende bene la messa a punto del sistema integrato dei rifiuti astigiani che hanno tenuto la provincia lontana dalle emergenze.
«Lobiettivo è di risalire sopra il 60% già entro la fine del 2015 e poi superarlo per arrivare in pochi anni al 65% richiesto dallUnione Europea – ha ribadito Paolo Bagnadentro presidente Asp – E anche una questione di risparmio aziendale perchè se i cittadini differenziano bene, lAsp e il suo personale lavora meglio e raggiunge una migliore ottimizzazione del servizio e delle risorse». Ma differenziare tanto non basta: «Serve anche differenziare bene – sottolinea Luigi Visconti, presidente di Gaia spa – perchè le frazioni con troppe impurità richiedono un alto costo di selezione (gran parte di essa fatta manualmente) e il rischio di non raggiungere i livelli minimi chiesti dai vari consorzi di riciclo che ricomprano le materie così recuperate. Per dare unidea dei valori, questanno, grazie al lavoro di rivendita del riciclato e di lavorazione di rifiuti conto terzi, Gaia ha finalmente segnato di nuovo un utile di 500 mila euro».
Daniela Peira