L’alneto di Lago Freddo, in regione Santonco di Piovà Massaia, è salvo. Nel 2019 l’associazione Terra, Boschi, Gente e Memorie aveva lanciato un appello, sottoscritto da 75 scienziati, accademici ed esperti naturalisti, per salvare quella formazione forestale nell’Astigiano di grande valenza ambientale. Attraverso una pubblica sottoscrizione è stato possibile acquistare 7 delle 8 particelle che la comprendono, la cui proprietà è stata assegnata formalmente a Legambiente e Pro Natura; i proprietari del lembo occidentale non hanno dato al momento la disponibilità all’alienazione, ma hanno formalmente assicurato il rispetto del terreno boscato.
«La sua gestione – spiega Franco Correggia, presidente di Terra, Boschi, Gente e Memorie – con la collaborazione operativa della nostra associazione e l’appoggio convinto dell’amministrazione comunale di Piovà, sarà improntata a criteri di esclusiva conservazione integrale. Insomma, dopo anni di tribolazioni e di impegno, il bosco igrofilo di Lago Freddo è finalmente fuori pericolo». L’area naturalistica estesa su un ettaro e 230 metri quadrati è di eccezionale pregio e straordinaria importanza ambientale, miracolosamente sopravvissuta nel paesaggio collinare astigiano.
«Si tratta – sottolinea Correggia – di un alneto impaludato di ontano nero, una formazione forestale igrofila che rappresenta, in termini di varietà biologica e valenze ecologiche, uno dei siti più interessanti della provincia di Asti. Un ambiente antico, primario, ricco di biodiversità vegetale, fungina e animale (che include un vasto contingente di specie rare), indicato come habitat di interesse prioritario nelle direttive europee». Sono oltre 400 le specie vegetali fra alberi, quali ontani, salici bianchi, viburni, piante acquatiche, arbusti e fiori, individuate nell’area.
Contemporaneamente alla ratifica dell’acquisizione di Santonco, nel contesto del medesimo procedimento notarile, le stesse associazioni ambientaliste nazionali hanno ricevuto come donazione, grazie alla grande generosità dell’avvocato Emilio Lombardi, il rio (noto come Bialera viva) e la fascia di terreno boscato che lo accompagna, situati nella frazione Savi di Villanova.
«Si tratta – evidenzia Correggia – di un ambiente umido di prioritario interesse naturalistico e di grande bellezza, che ospita un’idrofauna di notevole interesse e che sulle sponde alveali accoglie ontani, salici e farnie di dimensioni imponenti. Un altro frammento di natura conservata che si aggiunge al mosaico di siti di rilevante valore ecosistemico che, nel corso di vent’anni, siamo riusciti a sottrarre alla distruzione. Una goccia nel mare forse, ma che credo contenga un significato profondo. In tal senso ricordo che, alla nostra microscala locale, tale idea non parte da zero, ma si innesta sul piccolo sistema integrato di microaree protette che abbiamo realizzato (nell’arco di 25 anni e senza un euro di contributi pubblici) nelle campagne dell’Alto Astigiano e che a tutt’oggi consiste di un mosaico di 15 siti soggetti a protezione integrale (formazioni forestali paranaturali, ambienti umidi lentici e lotici di fondovalle e lembi di prateria xerica a elevata naturalità) e che si estende su una superficie complessiva di circa 40 ettari».