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Piovà Massaia: in progetto il restauro dei ruderi della chiesa romanica di San Martino

“I resti dell’edificio – sottolinea il vicesindaco Marinella Ferrero – sono di enorme valore storico e necessitano di interventi massicci”
Saranno restaurati i ruderi della chiesa romanica di San Martino, che sorge su su un piccolo poggio tufaceo, nell’omonima piazza, il cosiddetto “panettone”, per la sua forma. «Nei mesi scorsi – spiega il vicesindaco Marinella Ferrero – ci siamo aggiudicati un importante contributo del Ministero del Turismo che ha scelto di premiare 22 progetti sul territorio nazionale destinati a valorizzare i piccoli comuni a vocazione turistica. A questo bando abbiamo partecipato assieme ai comuni di Montiglio e Murisengo facendo da capofila e ricevendo l’assegnazione complessivamente di 746 mila e 400 euro per la realizzazione del progetto Loco Monferrato che per quanto riguarda Piovà prevede la riqualificazione della nostra chiesa romanica e un programma di interventi turistico-culturali volti alla sua fruizione».

Questi fondi si aggiungono a un precedente contributo del Gal Basso Monferrato Astigiano di circa 40 mila euro. «I resti della chiesa – sottolinea il vicesindaco – sono di enorme valore storico e necessitano di interventi massicci, anche a seguito di un recente crollo di una sezione della muratura del perimetro, pertanto stiamo lavorando con la Soprintendenza per il suo recupero e attualmente abbiamo vietato la salita ai visitatori per motivi di sicurezza, in attesa di procedere con il consolidamento».

La chiesa di San Martino di Castelvero è una delle più antiche del territorio, della quale sono rimasti in elevato solo parte dei muri perimetrali. In origine la cappella dipendeva dalla Pieve di Meirate e con essa, verso l’anno mille, fu tolta alla chiesa di Vercelli e assegnata alla diocesi di Asti, una delle più antiche e vaste del Piemonte. L’ufficiatura dell’antica chiesa di San Martino cessò nel 1810, e nel 1835 venne chiuso l’attiguo cimitero. Nel corso del secolo scorso crollarono la volta, il tetto, il timpano absidale, parte del muro perimetrale sud, parte delle absidi e l’interno venne invaso da arbusti e acacie.

Alcuni anni fa l’amministrazione comunale aveva sistemato il sito, che si trovava da tempo in stato di totale abbandono e accessibile solo con lunghe scale a pioli, ripristinando il sentiero e pulendo l’area dalla fitta vegetazione. La costruzione attuale è molto antica, forse dell’undicesimo secolo, nella quale furono utilizzati materiali appartenenti a qualche edificio preesistente com’è dimostrato dai mattoni striati romani che vi affiorano.

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