Cerca
Close this search box.
Cgil Cisl e Uil presidio sanità
Attualità
Mobilitazione

«Più posti convenzionati nelle Rsa e verifica sulle liste di attesa»

Le richieste dei sindacati Cgil, Cisl e Uil al presidio sui problemi della sanità che hanno organizzato nel centro città

Carenza di personale, liste di attesa sempre più lunghe, sanità territoriale da potenziare e mancanza di risorse economiche per contribuire alle rette di chi vive in casa di riposo.
Sono numerosi i problemi sollevati dai sindacati Cgil, Cisl e Uil – insieme alle rispettive categorie Pensionati e Lavoratori pubblici – in occasione del presidio che si è svolto mercoledì alla cima della scalinata di piazza Campo del Palio.

I motivi della manifestazione

«Abbiamo deciso di scendere in piazza – ha commentato Arianna Franco, componente della segreteria Cgil – per sensibilizzare la popolazione sui gravi problemi che affliggono la sanità pubblica, a partire dai tagli ai finanziamenti che vanno, ovviamente, a vantaggio del comparto privato. E’ ormai noto che le fasce della popolazione più in difficoltà sono rassegnate e rinunciano a curarsi perché non si possono permettere di accedere a strutture private, mentre gli ospedali pubblici non riescono a dare risposte in merito a richieste di visite ed esami. In Italia queste persone ammontano ormai a 4 milioni e non sono solo più gli indigenti, ma anche i “nuovi poveri”, cioè cittadini che lavorano ma non possono permettersi i servizi sanitari privati».
Presente al presidio anche Enrico Cerrato, Rsu della Fp Cgil all’Asl di Asti. «Il problema principale che si riscontra attualmente – afferma – è la carenza di personale sanitario, che da una parte determina un problema di carichi di lavoro eccessivi sui dipendenti, dall’altro crea difficoltà con i pazienti, dato che sempre più spesso i cittadini, se non hanno risposte in merito ad una richiesta o una prenotazione, manifestano la loro rabbia nei confronti del personale con aggressioni verbali (e a volte anche fisiche)».

Le priorità

Nel corso del presidio una delegazione di sindacalisti è stata accolta in Prefettura per manifestare le ragioni del presidio. A comporla, tra gli altri, Stefano Calella, segretario generale aggiunto Cisl Asti-Alessandria, e Luca Quagliotti, segretario generale provinciale Cgil.
Tra le priorità individuate per rispondere alle necessità del territiorio, innanzitutto la richiesta di attivare una commissione che determini quali sono le specialità che hanno necessità di un potenziamento per le liste di attesa, monitorando anche l’efficacia del Cup regionale.
Poi il rafforzamento della sanità territoriale. «Oggi è ancora carente», ha affermato Calella. «Sebbene i fondi legati al PNRR abbiamo favorito la progettazione di strutture territoriali, come nuove case e ospedali di comunità, non si sa ancora nulla dei servizi che ospiteranno all’interno. Per quanto riguarda l’esistente, invece, il principio della case di comunità è secondo noi quello di dare risposta a tutti i cittadini attraverso un accesso libero: l’esatto opposto di quanto accade ora».
Richiesta collegata quella di completare al più presto la costruzione del presidio ospedaliero integrato della Valle Belbo, chiedendo che vengano aggiunti all’attuale progetto due ambulanze medicalizzate, 10 posti letto di recupero e riabilitazione, sale attrezzate e dieci posti letto per interventi di day hospital.

Dal Centro Alzheimer alla casa di riposo

Le altre richieste riguardano il potenziamento dei servizi di prevenzione (tossicodipendenze e ludopatia) e due ambiti relativi alle fasce più anziane della popolazione.
Ovvero, il ripristino dell’unico centro Alzheimer della provincia di Asti, chiuso dal dicembre 2022 dopo il fallimento della casa di riposo Città di Asti che lo ospitava, estendendolo se possibile anche ad altre realtà della provincia, come Canelli, Nizza e il Nord Astigiano.
Quindi il “capitolo” case di riposo. «Sempre meno cittadini – ha sottolineato Quagliotti – possono permettersi di vivere in una Rsa. Chiediamo quindi che vengano stanziate più risorse sia per aumentare il numero degli aventi diritti ad un posto in convenzione sia per abbassare il costo a carico delle famiglie. Ormai sono veramente pochi coloro che possono contare su pensioni adeguate ai costi di queste strutture».
«Come Cisl – ha aggiunto Calella – vedremmo bene anche l’incremento e la stabilizzazione di una iniziativa della Regione Piemonte, ovvero il Buono residenzialità, che obbesdisce proprio a questo scopo».
«A questo proposto – hanno concluso i sindacalisti – chiediamo che la Regione Piemonte convenzioni solo le Rsa che applicano i contratti nazionali sottoscritti dalle organizzazioni sindacali maggiormente rappresentative e non i cosiddetti contratti “pirata” che determinano una condizione di concorrenza sleale».

Condividi:

Facebook
Twitter
WhatsApp

Le principali notizie di Asti e provincia direttamente su WhatsApp. Iscriviti al canale gratuito de La Nuova Provincia cliccando sul seguente link

Scopri inoltre:

Edizione digitale