Si apre la discussione sul nuovo Piano del Traffico
«Con questo Piano del Traffico ci siamo dati l’obiettivo di correggere alcuni tristi primati della città, a cominciare da quello sullo smog, ma vogliamo avere anche meno auto in circolazione. Non è nostra volontà uccidere il commercio in centro né portare altre problematiche, ma desideriamo che questo Piano abbia un taglio che rispetti l’ambiente». Basterebbero le parole del sindaco Rasero, pronunciate durante la presentazione del nuovo Piano Generale del Traffico Urbano, che si è svolta martedì in Municipio, per capire l’assoluta esigenza non solo di cambiare una volta per tutte l’idea di mobilità tra gli astigiani, ma di farlo in tempi rapidi perché l’inquinamento, ad Asti, specie in inverno quando agli scarichi delle auto si aggiungono i fumi delle caldaie condominiali, è un serio rischio per la salute. Il Piano redatto dallo studio Mondo è una bozza con linee generali sulla viabilità, sulle opere strutturali (a cominciare dalla costruzione di un grande parcheggio in centro), sulla gestione delle aree di sosta e delle intersezioni più critiche, sulla realizzazione di piste ciclabili, ma soprattutto sull’estensione della ZTL e dell’isola pedonale, oggi troppo piccole sebbene per una legge regionale debbano, entro 2 anni, essere ingrandite. Un Piano non blindato, sul quale cittadini, associazioni, enti potranno presentare osservazioni prima del passaggio in Giunta, nelle commissioni consiliari e in Consiglio comunale. Osservazioni, è vero, ma stando a quanto riferito dal sindaco non c’è nessuna intenzione di far passare molti mesi per estendere la discussione all’infinito perché già per ottobre ci sarebbe la volontà di dare seguito almeno ai primi interventi sulla viabilità.
Allargare la ZTL è ormai obbligatorio
Se le indicazioni per allargare la ZTL oltre gli attuali limiti fossero state recepite a suo tempo, con più coraggio, oggi non sarebbe necessario parlare di rivoluzioni viabili come incrementare del 127% la ZTL. Ma non solo. Tra le linee indicate da Mondo saltano fuori grandi novità come la totale trasformazione di piazza del Palio in un maxi parcheggio a pagamento (pur prevedendo zone con tariffe diverse destinate a utenze differenziate), la realizzazione del nuovo parcheggio interrato in piazza Alfieri, con un solo livello sotto il manto stradale e la successiva pedonalizzazione dell’area in superficie, la costruzione di nuove piste o corsie ciclabili per collegare quelle già esistenti che, però, oggi ci sono solo in periferia. Suggerita anche la riforma del sistema di trasporto urbano dell’Asp (alla presentazione del Piano c’erano l’AD Paolo Golzio e il vice presidente Giancarlo Vanzino) per incentivare l’uso dei bus e l’installazione di nuovo rotonde con modifica di alcune già esistenti considerate strategiche per la regolazione del flusso veicolare (piazza Torino e piazza I Maggio in primis).
Impopolari o meno, le restrizioni vanno fatte
Il P.G.T.U. è aperto a integrazioni e suggerimenti, ma date le tempistiche per la messa in atto e il fatto che si tratti di un progetto “corale”, perché il Comune è solo uno degli attori in causa (Asp, ad esempio, dovrà valutare le modifiche al TPL in sede di gara) è improbabile che i confronti possano snaturarlo a tal punto da renderlo solo più l’ombra di se stesso. Questo per varie ragioni, una delle quali è stata ricordata, al termine dell’incontro in Municipio, dall’ex assessore e architetto Ferrante Marengo: «Avevamo adottato il Piano del Traffico già a suo tempo (durante il mandato di Florio ndr), poi però le amministrazioni che si sono succedute hanno apportato modifiche, come nei sensi unici, in maniera arbitraria vanificando la funzionalità. Bisogna tornare a un’organizzazione seria e analitica, pensare ai turisti che visitano la città ed eliminare le auto da piazza Alfieri per lasciarla ai bambini e ai pedoni, anche agli anziani». In definitiva la stessa natura del Piano chiede che l’amministrazione non cada nell’errore di chi l’ha preceduta e non tentenni nell’applicare le restrizioni “perché impopolari” da un punto di vista politico. A chiedere di avviare fin da subito parte della nuova ZTL è Legambiente, ma anche la Fiab e più in generale le associazioni che sostengono le mobilità alternativa all’uso dell’auto.
La zona museale sarà la prima?
Occhi puntati, quindi, sulla zona museale di corso Alfieri, da piazza Roma a via Giobert, che inserita nella nuova possibile ZTL potrebbe diventare il primo punto dove sperimentare l’estensione della stessa, almeno nei week end, in occasione della mostra di Monet. Indiscrezioni dicono che il sindaco ci stia pensano, ma il confronto con la sua maggioranza è aperto e non ci sono decisioni già prese. Un dato sembra però indiscutibile: negli ultimi 20 anni il traffico sulle principali arterie di ingresso in città (corso Torino, Alessandria, Casale, Savona) è aumentato di circa il 40%. Aspettare l’eventuale collegamento sud/ovest per alleggerirlo non è pensabile nel breve periodo e, come detto dall’ing. Mondo, «i parcheggi scambiatori in periferia non funzionano in città grandi come Asti». Quindi non restano molte alternative per cambiare non solo la viabilità in sé, ma anche la mentalità degli astigiani rispetto all’uso dell’auto. Forse questa sarà la vera sfida che attende Rasero chiamato a dimostrare di essere pronto a prendere le scelte più giuste nell’interesse di tutti i cittadini.
ZTL: entro 2 anni coprirà il 70% del centro storico
L’estensione della ZTL è uno degli aspetti progettuali più significativi del nuovo Piano del Traffico tenuto conto che entro il 31 dicembre 2022 Asti dovrà avere un ampliamento della ZTL pari ad almeno il 70% della superficie del centro storico e una estensione delle aree pedonali di almeno il 30% dello stesso centro. Ma entro il 31 dicembre 2030 la ZTL dovrà essere pari al 100% del centro storico e le aree pedonali arrivare al 40%. Oggi Asti ha una ZTL di circa 196.000 mq che rappresenta il 25% del centro storico e un’isola pedonale di 24.000 mq pari al 3%, quasi irrilevante. La bozza del P.G.T.U. prevede una ZTL di 450.000 mq con un incremento del 127% pari a 250.000 mq in più. Nonostante ciò il parametro sarà inferiore del 10% del minimo previsto dalla legge e quindi sarà necessario aumentare la ZTL di un ulteriore tassello per arrivare, entro 2 anni, al fatidico 70%. L’isola pedonale dovrà invece essere incrementata del 67% fino a 40.000 mq. Il Piano mondo prevede un allargamento della ZTL lungo al direttrice nord-sud di circa 650 metri e su quella est-ovest di 900 metri. Mediamente il raggio di estensione della Zona a traffico limitato varierebbe tra 300 e 450 metri. All’interno della nuova ZTL, stando al documento, ci sarebbero tutte le strade comprese tra le seguenti vie (che però resterebbero escluse dal blocco): via Natta, via Giobert (1° tratta), via Cattedrale, piazza Catena, via De Amicis, via Testa, Via De Gasperi, corso Dante, via Verdi, via Fontana, corso Alfieri, corso alla Vittoria, via Brofferio, via Costa, piazza Astesano, via De Rolandis, via Brofferio, via Cavour, piazzetta San Paolo, via XX Settembre, piazzetta San Giuseppe, via Scarampi, via Sella, piazza Cagni, via Mazzini, piazzetta Cairoli, via Caracciolo, via Berruti, via Carducci (1° parte) e piazza Castigliano. L’isola pedonale, se allargata, si estenderebbe in piazza Alfieri e piazza Libertà oltre ai confini di quella attuale.
La Zona a Traffico Moderato
La bozza del Piano del Traffico punta all’estensione anche della ZTM, la Zona a Traffico Moderato “che costituisce una fascia intermedia tra l’isola ZTL e il centro storico al fine di ammortizzare l’effetto del passaggio da un regime di circolazione normale a uno soggetto a limitazione di traffico”. Il Piano identifica una possibile delimitazione della ZTM comprendendola nel perimetro delimitato dalla seguenti vie (che resterebbero escluse): piazza Torino, corso Don Minzoni, piazza Amendola, corso Gramsci, piazza Marconi, corso Einaudi, piazza Da Vinci, corso Ferraris, corso Pietro Chiesa, piazzale Vittoria, via Calosso, piazza 1° Maggio, via Monte Rainero, corso Volta, via Arò, via Pietro Micca, piazza Martiri della Liberazione, corso Dante, piazza Vittorio Veneto e viale Partigiani. All’interno della ZTM il suggerimento è di prevedere il limite di velocità di 30 km/h. La strategia che c’è dietro alla creazione di una ZTM omogenea, ben separata dal resto della ZTL, è quella che troviamo a base di tutto il Piano: impedire a chiunque di andare in giro “a caso” per raggiungere una determinata zona di Asti, ma al contrario predisporre percorsi primari che agevolino gli spostamenti da un punto all’altro della città. Poche regole, ma chiare per tutti è il suggerimento che l’ing. Mondo ha dato agli amministratori, sia per quanto riguarda la mobilità delle auto, sia per l’eventuale aggiornamento del trasporto pubblico su gomma. Il Piano prevede inoltre una serie di interventi specifici per rendere più sicure le strade davanti ai plessi scolastici che vengono definiti “punti critici per la sicurezza degli studenti in quanto si viene a creare un conflitto tra flusso pedonale concentrato e viabilità veicolare ordinaria”. Tante le ipotesi per intervenire con efficienza davanti alle scuole e tra queste c’è l’installazione di cunette, dossi, strisce sonore ed ottiche e altri strumenti fisici da studiare a seconda del grado di pericolo stimato.
6 Km di nuove piste ciclabili
Il progetto del nuovo P.G.T.U. è molto preciso nell’indicare gli interventi necessari per dotare Asti di una rete ciclabile completa e fruibile dagli appassionati delle due ruote. E’ parere dell’ing. Mondo che si possa intervenire sull’attuale offerta ciclabile in maniera efficiente non solo realizzando piste ciclabili, ma anche corsie ciclabili “ad esempio su marciapiedi di larghezza adeguata a ospitare sia la componente pedonale che quella ciclabile e che hanno il vantaggio di essere di facile ed economica realizzazione”. Oggi Asti ha circa 10,3 Km di percorsi ciclabili, una “discreta dotazione”, ma distribuiti a macchia di leopardo e privi di interconnessioni. La Fiab – Federazione italiana amici della bicicletta di Asti ha dato indicazioni su come rendere la città più fruibile dai ciclisti e Mondo ha definito una sorta di “Bici-Plan” per completare e integrare l’attuale rete attraverso la definizione di itinerari prioritari tra la periferia e il centro. L’obiettivo è quello di aggiungere oltre 6 Km di collegamenti ciclabili (per la precisione 6.364 metri) per arrivare a quasi 17 Km di percorsi dedicati ai ciclisti. In particolare si prevedono 4 itinerari: est-centro, da corso Alessandria a piazza Alfieri; ovest-centro, da corso Torino/corso Ivrea a piazza Alfieri; nord-centro, da corso Dante a piazza Alfieri; sud-centro, dalla stazione ferroviaria a piazza Alfieri cui si aggiunge un itinerario del centro storico all’interno della nuova grande ZTL. Tra corso Alessandria e piazza Alfieri, ad esempio, si prevede di far passare le bici lungo la pista di viale Pilone, in corso Genova, in corso alla Vittoria (dove si andrebbe a creare una nuova pista bi-direzionale), nei giardini e da qui fino al piazza Alfieri. Invece, da corso Torino/corso Ivrea il percorso prevede di sfruttare una porzione dei marciapiedi esistenti lungo il corso principale fino a piazza Torino e da qui lungo viale Partigiani, corso Dante fino a piazza Alfieri.