La decisione irrevocabile dell’amministrazione comunale di Asti di abbattere i sette platani di corso Savona ha riacceso la querelle con le associazioni ambientaliste. La motivazione principale per il taglio, addotta dal Comune, è che gli alberi rientrano «nella classe C, ossia specie che manifestano segni, sintomi o difetti significativi». Inoltre Rfi «aveva già segnalato che, qualora fossero state mantenute sul sito le alberature esistenti, sarebbe stato indispensabile, per motivi di sicurezza legati alla vicinanza della linea ferroviaria, provvedere a una consistente potatura di contenimento che avrebbe causato possibili capitozzature».
Motivazioni che, però, non convincono il Circolo SEquS – Sostenibilità, Equità e Solidarietà di Asti che, in una nota, replica come l’abbattimento sarebbe solo motivato «da interessi commerciali» della Lidl, proprietaria del nuovo supermercato in via di costruzione nell’area dell’ex Mulino di corso Savona. Per il Circolo SEquS si tratta di una scelta «ipocrita e inaccettabile» tanto da chiedere all’assessore Morra di «rendere pubblici tutti i documenti che attestano la pericolosità degli alberi e la loro effettiva classificazione in classe C».
«Non si può procedere con un simile abbattimento – interviene il portavoce di SEquS Giuseppe Sammatrice – ignorando la volontà di 1.600 cittadini astigiani che si oppongono a questa scelta. Anche il comportamento di Lidl appare contraddittorio: un’azienda che si presenta come “green” non dovrebbe spingere per la distruzione di un patrimonio arboreo. Un’azienda non può definirsi sostenibile solo perché vende prodotti vegani, mentre allo stesso tempo contribuisce alla distruzione del verde urbano». SEquS ha quindi già avviato interlocuzioni legali per contrastare l’abbattimento dei platani. «La nostra battaglia per la tutela del verde urbano e del benessere della comunità non si fermerà qui» conclude Sammatrice.
Sul caso arriva anche la posizione del gruppo Europa Verde – Verdi Asti rappresentato in Consiglio comunale da Gianfranco Miroglio che, insieme alla consigliera di Uniti si può Vittoria Briccarello, ha partecipato a una riunione durante la quale l’assessore Morra, funzionari del Comune e il rappresentante della proprietà dell’area hanno spiegato i motivi della scelta intrapresa. «I due consiglieri si sono detti naturalmente contrari, in coerenza con quanto sostenuto in tutti questi mesi – spiegano da Europa Verde – Hanno ricordato, per l’ennesima volta, il significativo danno in termini di difesa ambientale e di tutela della salute dei cittadini, con la rinuncia cioè ai benefici garantiti da platani di tale età e dimensione (600kg di CO2 abbattuti, 500 kg di ossigeno restituito). Il tutto in un cotesto cittadino spesso assediato da inquinamento e con la necessità di preservare e semmai arricchire il proprio patrimonio verde. Hanno poi ribadito le perplessità sul fatto che venga insediato un centro commerciale in quell’ingresso della città».
Anche sul tema delle compensazioni si è discusso durante l’incontro in Comune. «I consiglieri hanno ribadito l’obiettiva difficoltà a immaginare, nell’immediato, gli effetti delle compensazioni a fronte di un sacrificio rilevante anche sul piano della conservazione delle presenze arboree “storiche” e della memoria dei luoghi. Quanto alle compensazioni, si è preso atto, rispetto a quanto indicato mesi fa, di un aumento di interventi e di piantumazioni previste». «Resta il rammarico – concludono da Europa Verde – e la contrarietà per come la Lidl non abbia voluto assecondare le richieste dei cittadini astigiani e per come chi avrebbe potuto farlo non abbia saputo evitare quella che, a posteriori, può leggersi come cronaca di un morte largamente annunciata».