Esprime la sua preoccuazione per il momento, relativo alla presenza di cinghiali e altri animali selvatici dannosi per le colture tra le colline del sud Astigiano, l’assessore all’agricoltura di Nizza Monferrato, Domenico Perfumo. «La situazione è abbastanza critica – dichiara – Purtroppo, al momento, le battute di caccia stanno dando risultati molti limitati». Precisa di non incolpare nessuno, e che in gioco in questo specifico momento, visto il contesto, sia la sicurezza personale: «I cacciatori in questo periodo vanno poco ed è comprensibile, perché manca la visuale, tra la vegetazione più fitta, rischi di non vedere oltre i 50 metri e di non sapere dove stai sparando».
Ma i limiti puramente stagionali potranno andare a cadere verso la fine di settembre e nel mese di ottobre, quando l’attività venatoria sarà resa più agevole dall’ambiente naturale meno rigoglioso. Altro fattore in gioco, che dovrebbe migliorare le cose, è la nuova legge regionale che consente il consumo alimentare dei cinghiali individuati come negativi alle analisi dei veterinari. «La cosiddetta “peste suina” (Psa) porta con sé molte cautele sanitarie, e questo ha contribuito a rallentare l’attività dei cacciatori – prosegue l’assessore – Per ogni animale abbattuto in zona II, come la nostra, deve essere portato nelle celle, sottoposto ad accurati controlli per verificare il contagio o meno, ma in caso non risulti non essere stato contagiato, rimane utilizzabile anziché dover essere distrutto». Come vede, nel tempo, l’incremento della problematica degli animali selvatici?
«I cinghiali erano già in aumento prima – precisa Perfumo – Poi l’arrivo della “peste suina” ha aggravato le cose, portando in alcune zone a quasi 2 anni di fermo. Questo non è successo per esempio altrove, a Santo Stefano Belbo in provincia di Cuneo, dove sono proseguite le battute. Invece da noi non intervenire per molti mesi significa lasciare che gli animali prolifichino indiscriminatamente, a volte anche in modo cospicuo».
In quali coltivazioni sono più temuti i suini selvatici? «Decisamente in corrispondenza dei noccioleti, dove passano e fanno quasi “piazza pulita”». Grave anche la presenza di caprioli, che invece fanno danni tra i filari: «Dipende, tra l’altro, in quale stadio di maturazione dell’uva passano. Se arrivano in estate, come ora, possono mangiare qualche grappolo, ma con conseguenze limitate. Un capriolo in primavera può invece rischiare di compromettere del tutto una vigna ai suoi primi passi».
A portare all’attenzione generale la criticità della situazione sono già state le associazioni di categoria. La Coldiretti Asti ha promosso un presidio di sensibilizzazione a cui sono intervenuti la presidente provinciale Monica Monticone e il direttore Giovanni Rosso, ma anche la presidente regionale Cristina Brizzolari. Secondo Gabriele Baldi, presidente di Confagricoltura Asti, gli «ungulati” (ovvero cinghiali e caprioli) sono problema urgente da affrontare, all’interno di una corretta gestione della fauna selvatica».